mercoledì 13 Novembre 2024

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“NON ACCETTARE CARAMELLE DAGLI SCONOSCIUTI!”

Una frase che tutti noi abbiamo sentito da bambini, le nostre mamme lo dicevano spesso, per metterci in guardia.
Oggi si potrebbe dire: “Non accettare amicizia da sconosciuti!”
Soprattutto quando si parla di amicizie social, quanti squilibrati si incrociano?
Personalmente, ho perso il conto ma il tempo ed una più attenta selezione iniziale, servono comunque a fare pulizia sin da subito.

Mi piace e spero sia utile portare alcuni esempi qui che tanto sono graditi ai miei lettori, anche se questo è un mio pezzo insolito, solo per aprire gli occhi a coloro che danno amicizia a tutti.
Stavolta, parlerò di un avvocato e di un commercialista.
L’Avvocato (pur mio amico nella vita reale), sul suo profilo social non crea mai post di lavoro, in compenso lo si vede in foto nella sua macchina da corsa, con sguardo ammiccante dietro occhiali da sole, ed è anche un bell’uomo.
Non ho mai saputo la verità al riguardo ma diceva che una donna lo perseguitasse perché lei era una mitomane invaghita di lui.
Il Commercialista, dal canto suo molto riservato da non mettere mai post di lavoro ma anche avaro nello scrivere sul suo diario Facebook, in compenso lo si ritrova quando fa qualche commento/ complimento sui diari di alcune signore, sue amiche social. Qui, va fatta una precisazione: il commercialista così come l’Avvocato sono liberi di usare i social come credono, mi sembra ovvio.

Ma, mentre l’Avvocato appare un tantino ambiguo nella foto che mette nel suo profilo, il commercialista invece non mette nessuna foto ambigua, anzi mantiene la sua foto di sempre che non cambia, quasi a voler sembrare  sempre giovane e magro, ci tiene anzi molto a non apparire, le frasi ambigue, piuttosto lui le scrive in una chat, non in pubblico dove vuole sembrare quasi inesistente e silenzioso, lui legge piuttosto i post degli altri ma si esprime con complimenti solo se ha un interesse.
Il fatto di scoprire io, dopo, tutto del lavoro del commercialista solo dai suoi amici e colleghi sta a dimostrare il grado di riserbo della persona anche nei miei confronti, del resto lui non scriveva a me argomenti di natura professionale.

L’Avvocato invece è molto più espansivo, ci conosciamo di persona ed ha tutto un altro carattere, oltre ad essere un uomo perbene e molto donnaiolo.
Mentre il commercialista non sembrava essere un donnaiolo ma solo uno a cui bastava scrivere in una chat pensieri intimi piuttosto bizzarri per andare in tilt e compresi che, quel fantasticare servendosi della tastiera del pc, era il suo unico divertimento che gli dava emozioni in perfetta solitudine.
Si sa, del resto, il mondo dei social nasconde la noia, la sofferenza e tante altre cose, ed infatti solo di recente ho saputo con certezza altre cose che riguardano la vita privata del commercialista che ancora oggi lo si incontra talvolta sui diari a fare complimenti al miele ad alcune amiche virtuali che nemmeno lo conoscono.
E, da quando il riservato amico si è eliminato dai miei contatti perché messo in difficoltà dalle mie domande, non ho fatto altro che prendere atto del suo dietrofront iniziando però a contattare e rispolverare tutte quelle amicizie comuni a me utili.
“Morto un Papa, se ne fa un altro!” Si dice. Lo stesso: “Morto un commercialista, se ne trovano altri!”
Ovviamente in questo caso nessuno è morto, ma soltanto autoeliminato dai miei contatti perché evidentemente si è sentito in imbarazzo verso se stesso per via delle frasi scritte a me in chat.

Al di là di tutto, il mio lavoro mi porta del resto a contattare quasi tutti, tra questi, anche amici degli amici e dunque, diversi amici del commercialista, considerato che ne abbiamo molti in comune.
Ovviamente il mondo dei Commercialisti era nuovo per me, gli amici comuni mi hanno aiutato molto in tante mie ricerche introducendomi in un settore sconosciuto di cui veramente sapevo molto poco.
Ma questi di cui vi ho raccontato e che mi hanno aiutato sono contatti reali, commercialisti professionali, non problematici, nessuno di loro si è presentato in chat parlando di emozioni solitarie.
Purtroppo difficilmente, chi ha problemi personali o di relazione poi non li fa pesare su qualcun altro.
Per questo non mi meraviglia il fatto che un commercialista, abbia messo da parte la mia professionalità ed amicizia, per vivere situazioni con la sola forza dell’immaginazione, del resto, chiunque sente il bisogno di sentirsi vivo in qualsiasi modo e lo capisco benissimo.
In quanto scrittrice della stranezza umana, leggo quasi ogni giorno confidenze su atteggiamenti e desideri assolutamente da tenere nascosti ma, del commercialista, compresi, un bisogno di evadere dalla sua vita di coppia già da tempo in crisi.
Questo però non dovrebbe portare una persona a buttarsi con commenti sui diari di donne, senza conoscerle, senza spesso un riscontro concreto, non si evade così dal problema di coppia.
È evidente un bisogno di uscire virtualmente dal proprio guscio, senza muoversi da casa.
Ma il rischio dei social è anche quello di far incontrare virtualmente delle persone con problemi di vario genere.
Non solo il commercialista di cui vi parlo ma conosco ed elimino ogni tanto anche donne i cui discorsi in una chat o al telefono mi fanno capire subito qualche evidente squilibrio.

Al di là dei casi dei due professionisti raccontati, va detto che, il dare amicizia senza sapere a chi, non è una buona iniziativa.
Ognuno crede di poter dare e rimuovere l’amicizia a piacimento ma è sempre una situazione spiacevole, infatti, come dice il mio amico Michele: “Non si dovrebbe mai eliminare qualcuno dai propri contatti, è un gesto che porta con sé odio!”
Ed infatti Michele mi racconta di tenere le persone nei suoi contatti senza approfondire l’amicizia ma eliminandole raramente dalla lista degli amici.
Mentre io, per evitare poi di dover eliminare qualcuno dai miei contatti, in genere, preferisco, pensarci oggi prima di dare amicizia.

Tuttavia, oggi sono arrivata un minimo a comprendere la logica delle amicizie virtuali dell’Avvocato e del commercialista di cui ho fin qui raccontato: l’Avvocato accetta la richiesta di tutti perché ritiene ognuno un possibile nuovo cliente. Il commercialista invece dà amicizia a uomini con incarichi di peso della categoria o simili  oppure a colleghe che appaiono scaltre (da cui probabilmente ricava contatti o altro) e signore più o meno gradevoli di aspetto a cui scrivere frasi talvolta quasi poetiche sul loro diario, evidentemente solo per  farsi notare poiché il tipo non è assolutamente romantico, essendo uno che sembra giocare a fare il seduttore ma che, di seduttore, in realtà non ha assolutamente nulla.

Poco male in ogni caso, ognuno usa il social per i propri scopi, professionali e non ma tutti noi siamo controllati, come disse un mio amico esperto informatico, a cosa serviva dunque mantenere tanta discrezione nei miei confronti da parte del commercialista che mai lo si vedeva fare un complimento sul mio diario (salvo poi lanciarsi con commenti arditi in chat) per poi leggere commenti al miele sul diario di qualche amica qua e là che nemmeno lo conosce?
Se uno è davvero riservato lo dimostra sempre, che senso ha leggere di un uomo sposato (seppur non felicemente) che distribuisce complimenti da mesi a tutte quelle che gli capitano a tiro o gli vanno a genio sulla base di una foto?
Un vero donnaiolo che vuole incontrare le donne, le contatta, le cerca, non si espone restando seduto a scrivere solo commenti come un galletto sui social.

Perché ho raccontato tutto questo?
Perché ci sono persone, come il commercialista e l’avvocato che, pur definendosi seri, professionali e discreti, poi commettono errori nel dare amicizia a persone che non conoscono, solo sulla base di una foto o di contatti comuni.

A chi noi facciamo un complimento? Chi c’è dall’altra parte? Come si selezionano le persone? Basta vederle nei contatti comuni e sono per questo affidabili?
Ma soprattutto, se uno cerca evasione dalla propria vita grigia, perché lo fa pubblicamente dispensando complimenti a donne sconosciute che nemmeno si degnano di rispondere? (In molti casi succede questo).
Contraddittorio sicuramente il modo di essere e di esporsi del commercialista che chiese a me riservatezza, ma sembra avere molta confusione mentale come confusa è la sua vita privata.

Il dare amicizia a persone senza conoscerle, può non essere sempre positivo perché ci sono anche donne esaurite, depresse, mitomani e malate, dunque l’Avvocato e il commercialista, con chi realmente giocano? L’avvocato gioca a fare il piacione in foto mentre il commercialista gioca a scrivere frasi carine per rendersi interessante.
Ed infatti, mi sono dilungata proprio sulla vecchia amicizia con il commercialista perché, proprio dopo aver accettato alcuni suoi contatti comuni mi sono arrivate telefonate di non chiara provenienza, richieste specifiche sul conto di questo mio vecchio amico e persino nuove richieste di amicizia con l’immagine ed il nome del commercialista che non è più da tanti mesi nei miei contatti, dunque il tizio ha più profili? O quei profili non sono realmente i suoi?

In più, una sua amica, da poco nei suoi contatti mi ha cercata per chiedermi di essere intervistata in quanto anche lei commercialista ma, al momento di darci un appuntamento per fare l’ intervista, ascolto frasi da lei che non mi sono sembrate troppo normali: dopo aver parlato del nostro amico comune, mi ha chiesto di poter essere intervistata incontrandoci non nel mio ufficio (perché ha asserito di essere claustrofobica), non in un bar all’aperto, ma in un grande parco di Roma piuttosto solitario e dunque non frequentato in questo periodo, in modo da fare l’ intervista sedute su una panchina al freddo. E non contenta delle condizioni che mi aveva posto la commercialista ( la cui intervista mi interessava molto poco, ma che avrei fatto per farle una cortesia) mi racconta di avere problemi con i suoi recapiti telefonici, di sentirsi spiata e di voler tornare a casa nel pomeriggio presto perché paurosa non so di cosa. Sembra uno scherzo ma ho ben imparato nella vita che la stranezza pervade chiunque, ogni categoria non ne è immune, ecco di cosa parlano i miei libri, i miei articoli e di cosa ho sempre parlato nei miei Convegni.

Ecco chi si incontra sui social quando non si conoscono le persone, ancora oggi mi chiedo chi fosse quella bizzarra signora amica facebook del commercialista fin qui raccontato.
Ma è questo il senso dei facili contatti social ove si incrociano persone che li usano proponendosi a sconosciute, ecco il motivo per cui lo dico qui, sperando di essere stata abbastanza chiara per tutti coloro che, dando amicizia senza conoscere, si possono trovare poi in situazioni spiacevoli e procurarsi poi problemi.

Ed altrettanto poco credo all’Avvocato che nulla diceva di avere a che vedere con la signora, sua, ma guai a chiederglielo a lui, non voleva nemmeno sentire il suo nome.
Così come non credo alla discrezione che invocava da me il commercialista se poi, come ho potuto verificare, chiede amicizia anche a soggetti mentalmente poco equilibrati, sarà forse un’eccezione, chi può dirlo? Di certo, non si conoscono e lui chiede amicizia, come ho già detto, soprattutto a persone che vede nei contatti comuni di altri.
Quello che non è chiaro, per tutti, è che, l’essere nei contatti comuni non implica essere affidabili e perfettamente sani di mente.

Già mi capitò di chiedere ad un mio amico, giornalista di Mediaset, se fosse il caso di incontrare un imprenditore anche nei suoi contatti  Facebook (che voleva essere intervistato da me ma allo stesso tempo si diceva invaghito).
Ebbene, il mio amico giornalista mi disse: “Incontralo, non temere, abbiamo molti contatti social comuni ed è una brava persona!”
Ancora oggi ringrazio me stessa di aver avuto il sesto senso di non aver mai voluto poi incontrare
quell’ imprenditore e, quando lo rivelai al giornalista, mi rispose: “Ti chiedo scusa per averlo ben sponsorizzato ma è solo un contatto social e lo avevo ritenuto un bravo individuo considerato che abbiamo molti contatti comuni!”
Ecco come si valutano gli amici, in base ai soli contatti social comuni ma nessuno veramente penetra nell’altrui follia, nessuno sa cosa si nasconde dietro un normale imprenditore, un commercialista, un avvocato, un medico, un ingegnere, nessuno sa niente perché un social offre un contatto virtuale, gli eventuali squilibri vengono fuori solo con la frequentazione o nel privato, in pubblico tutti sembrano normali.

Non è il social sbagliato, è l’uso che se ne fa che può creare problemi, a tutti, soprattutto a chi tiene alla propria rispettabilità ed immagine.
Questo è un pezzo insolito scritto soprattutto per i diretti interessati, ma valido per tutti e mi auguro, leggendo quanto ho scritto, che chiunque capisca le conseguenze dell’esporsi a caso con sconosciute/i.

Ho appreso di recente di richieste di amicizia da parte di persone di dubbia moralità, di richieste successive di dati personali e sensibili, di richieste di denaro e telefonate provenienti da numeri sconosciuti a vario titolo.
Per una come me che talvolta dà il numero per ogni intervista senza troppo pensarci, il rischio è maggiore ma sarebbe opportuno che tutti usassero i social con maggiore attenzione.
E comunque, le persone perbene si vedono subito anche da come si propongono, cosa vogliono, quelle che non si nascondono in una chat, quelle che, una volta dati i propri contatti, ne deriva quasi subito un incontro, un contatto, una collaborazione di qualsiasi tipo.
Restare a lungo a conversare in una chat, comunicare i propri desideri erotici o le proprie crisi coniugali, fare complimenti a lungo sui diari delle amiche virtuali non è mai un buon sintomo, ciò che segue è e sarà sempre il nulla, quello che ha offerto il commercialista a me, a suo tempo, quando lo credevo amico ma non è stato il solo, i perditempo si scoprono quasi subito.
Ed i social non dovrebbero essere mezzi per sfogare le proprie private frustrazioni ed angosce, i social servono per socializzare, conoscersi, collaborare.

Voglio spezzare una lancia in favore dei social grazie ai quali si conoscono anche tanti professionisti/e che fanno conoscere ulteriormente il loro lavoro, non dimentichiamolo.
Ma sta a noi farci valere non accettando né chiedendo “l’amicizia” a chiunque senza un minimo conoscerlo ma solo perché lo vediamo nei contatti comuni.

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