LOCANA – Cambiare lavoro. Mettersi in gioco per stare meglio. E’ il caso di Andrea Gasco, classe 1995 che vive a Locana, il quale quattro anni fa circa ha deciso di lasciare il cosiddetto “posto fisso”, in una nota azienda del Canavese, per provare a mettersi in gioco, lavorando nel campo della manutenzione del verde.
Un lavoro intenso, duro e stancante a volte, fatto di ore di interventi svolti ora al caldo torrido, ora al freddo, ma che nel complesso gli hanno permesso di fare una esperienza che lo rende orgoglioso, oltre che di ampliare quella che è la propria azienda.
“Lavoravo in fabbrica, ma ad un certo punto mi sono reso conto che non era quello che volevo fare per tutta la vita. Quindi, un po’ tra il coraggioso e l’incosciente, ho deciso di cambiare. Oggi, con il senno di poi, non posso che dire di aver fatto la scelta giusta. Questo perché faccio qualcosa che mi piace, mi soddisfa, mi permette, nonostante tutti i problemi che possono essere legati ad un mestiere come questo, di alzarmi alla mattina con l’entusiasmo di trascorrere una giornata piena e soddisfacente”.
Il suo è stato un “rischio doppio”: nel senso che la sua attività si trova in una delle valli del Canavese, territorio che purtroppo col passare degli anni ha visto un forte spopolamento e una riduzione di posti di lavoro, in loco, non indifferente. “E’ vero, la situazione che a volte si vive nelle zone di montagna è ancora più complicata. Però, se si ha voglia di mettersi in gioco, anche di faticare e di andare oltre alla pura e semplice questione economica, allora ci si può togliere delle soddisfazioni enormi”.
“Io, ad esempio, lavoro con diversi Comuni e privati di varie zone del Canavese e questo perché lo facciamo seriamente, con costanza e determinazione, ed alla fine tutto questo ti permette di raggiungere gli obiettivi che ci si prefissa”.
Un messaggio importante quello che, con la sua scelta, Andrea Gasco lancia: “Non è certo un periodo facile per i giovani, questo va tenuto assolutamente conto, però ripeto bisogna avere a volte la volontà di prendersi dei rischi, nel senso buono del termine”.
“Resto convinto che anche un territorio come quello delle valli dia delle possibilità per tutti. Non si può certo pensare che da un giorno all’altro si arrivi alla meta: bisogna, invece, coltivare il proprio sogno nel quotidiano”.
“Sono partito come si suol dire “nel piccolo”, cercando di far conoscere quello che facevo. Oggi, per fortuna, la mia azienda si è via via ingrandita, abbiamo acquistato dei mezzi nuovi e moderni e ci siamo specializzati in un determinato tipo di interventi. Non bisogna arrendersi alle prime difficoltà, ma invece puntare a migliorare, a piccoli passi, finché quelle che sono solo delle speranze si trasformano in realtà solide e concrete”.
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