CUORGNÈ – Si è spento domenica 22 agosto 2021, il Partigiano Ettore Giacoletto, nome di battaglia “Rabain”. Classe 1921, aveva compiuto 100 anni lo scorso luglio. Fu protagonista della campagna di Russia e della Resistenza. Nel 1942 fu chiamato in guerra ed arruolato nel primo Reggimento Artiglieria Contraerea con destinazione Africa. La campagna di Russia fu terribile e Rabain fu aiutato da una coppia di contadini russi e soccorso dalla Croce Rossa, riuscì con coraggio a sopravvivere e a tornare in Italia e a Cuorgnè.
Il 29 giugno 1944 i partigiani operanti nel Canavese assaltarono la caserma di Cuorgnè per impadronirsi delle armi e catturare le SS italiane presenti. L’operazione ebbe successo, ma Rabain e i suoi compagni fuorno coinvolti in un conflitto a fuoco con altri fascisti e lui fu l’unico a sopravvivere, restando soltanto ferito.
Riuscì a nascondersi, ma venne scoperto, catturato e torturato. Deciso poi di fucilarlo, ma lui si buttò prontamente a terra e non venne colpito. Un fascista allora si avvicino per freddarlo. La pallottola gli frantumò l’osso sacro, bucando l’intestino e uscendo di fianco. Pensarono fosse morto e lo lasciarono lì. Lui riuscì a trascinarsi fino ad una cascina, dove fu aiutato e portato in ospedale. Poco dopo venne però catturato. I compagni riuscirono a liberarlo scambiandolo con alcuni SS.
Protagonista del docu-film “Rabain – Avevamo già 22 anni”, è stato ricordato sulla pagina social dell’Anpi Cuorgnè e Canavese.
“Ci ha lasciati un grande Uomo, il nostro caro partigiano Rabain.
Instancabile testimone della Resistenza, Ettore è stato protagonista della lotta partigiana.
Dopo l’armistizio del 1943 egli, sopravvissuto alla tragica e folle campagna di Russia, scelse di seguire le strade della Resistenza e combattere con le truppe partigiane.
Sopravvisse al tragico agguato di località Pedaggio del 29 giugno 1944.
Agli Uomini come lui dobbiamo essere eternamente riconoscenti. La democrazia e la Costituzione che oggi ci guidano, portano il suo nome e di ogni valoroso combattente per la Libertà.
A noi tutti resta il tuo esempio e la tua storia da raccontare. La memoria è il seme che i nostri partigiani ci lasciano e che noi, sapientemente, dobbiamo far germogliare ogni giorno.
A te caro Rabain, il nostro infinito GRAZIE.”
