CANELLI – Venerdì 1 agosto centinaia di persone hanno partecipato all’evento per celebrare il riconoscimento Unesco di Langhe-Roero e Monferrato.
Le storiche cantine Bosca, Contratto, Coppo e Gancia hanno aperto le porte al pubblico con visite guidate e degustazioni.
Ospiti della serata le Enoteche Regionali dei territori inseriti nella World Heritage List Canelli “città aperta”.
Per una notte, la capitale dello spumante italiano ha spalancato al pubblico le porte delle Cattedrali Sotterranee, festeggiando in una grande celebrazione pubblica il recente riconoscimento di Langhe-Roero e Monferrato come Patrimonio Mondiale dell’Umanità. Un evento unico, che ha visto la partecipazione di centinaia di persone e ha inaugurato la collaborazione che, nei prossimi, anni vedrà tutti i territori coinvolti lavorare fianco a fianco per la promozione delle colline piemontesi.
Le storiche aziende Bosca, Contratto, Coppo e Gancia, dalle 19 a notte fonda, hanno guidato centinaia di visitatori alla scoperta delle loro cantine sotterranee, scavate per chilometri nel tufo della città di Canelli, oggi monumento alla storia dello spumante italiano e del vino piemontese. Ad accompagnare le visite, decine di degustazioni preparate con i prodotti della zona in abbinamento alle etichette delle diverse aziende.
L’evento, prima celebrazione ufficiale dopo il riconoscimento Unesco, ha visto la partecipazione delle Enoteche Regionali provenienti dalle core zone inserite nella World Heritage List: l’Enoteca Regionale di Barolo, Barbaresco, Canelli, Nizza Monferrato, Grinzane Cavour e l’Enoteca del Monferrato. Ciascuna enoteca è stata ospitata da una delle Cattedrali Sotterranee ed ha portato in degustazione il proprio vino istituzionale.
La serata si è aperta nel cortile interno dello Iat di Canelli, dove è avvenuta l’inaugurazione ufficiale. Ospiti d’onore Marco Gabusi, Sindaco di Canelli, Gianfranco Comaschi e Annalisa Conti, Presidente e vice Presidente dell’Associazione per il patrimonio dei paesaggi vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato e Antonella Parigi, neoassessore alla Cultura e al Turismo della Regione Piemonte.
«Ringrazio sinceramente chi ha lavorato prima di me – ha esordito l’assessore Parigi – e che mi ha permesso di rappresentare l’Italia e le colline di Langhe-Roero e Monferrato a Doha, in Qatar, il giorno del riconoscimento ufficiale. Sento dunque un debito con chi mi ha preceduto e prometto di impegnarmi affinché la Regione Piemonte sia sempre un interlocutore attento e un regista scrupoloso delle azioni che verranno intraprese sul territorio. Solo lavorando uniti possiamo proporci in modo serio sul mercato del turismo globale: non dobbiamo sbagliare: l’Unesco non è un titolo da sfruttare in modo tattico, ma strategico».
Parole a cui hanno fatto eco quelle di Gianfranco Comaschi, Presidente dell’Associazione per il patrimonio dei paesaggi vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato: «La diversità è la forza insita in questo riconoscimento e dobbiamo lavorare sulla differenza dei paesaggi che contraddistingue il nostro territorio. Ricordiamoci che le nostre colline non sono un monumento o un edificio, ma un insieme di persone e culture vive che noi abbiamo il dovere di valorizzare, soprattutto pensando a chi verrà dopo di noi».
Dalle 19 in avanti, le Cattedrali Sotterranee hanno aperto le porte ai visitatori, venendo letteralmente invase da una folla curiosa e festante. Le visite guidate alle Cattedrali Sotterranee sono proseguite fino a notte inoltrata, senza sosta, accompagnate da piatti caldi e dessert in abbinamento alle etichette delle singole aziende.
«La serata è stata un vero successo, tanto più che questo è il primo evento ufficiale che organizziamo tutti insieme. – Affermano gli organizzatori – È la riprova che muoversi uniti è tanto importante quanto avere un vocabolario univoco e un’idea di comunicazione coerente. Questo vuol dire costruire con forza e determinazione un identità comune, pur nella differenza delle nostre realtà. Il Patrimonio dell’Umanità ci è stato assegnato: è un onore, ma non un punto di arrivo. Si tratta piuttosto una ripartenza attraverso cui far conoscere ancor meglio l’unicità della nostra realtà vitivinicola».
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