TORINO – Coldiretti Torino esprime forte preoccupazione per il possibile isolamento della provincia di Torino di fronte alla forte riduzione della capacità di transito delle merci tra Torino e la Francia. Infatti sui nostri valichi si è scatenata la “tempesta perfetta” con la chiusura del trasporto ferroviario nel tunnel del Frejus fino a primavera 2024 che si aggiunge alla chiusura del tunnel stradale del Monte Bianco, dal 16 ottobre per nove settimane, e al dimezzamento della capacità dell’autostrada Torino-Barbonecchia-Chambery che in Maurienne all’altezza della frana caduta il 28 agosto è ridotta a due corsie anziché quattro.
Coldiretti Torino ricorda che dai valichi delle Alpi Occidentali che mettono in collegamento il sistema economico del nostro Nord Ovest con la Francia, con l’Europa occidentale e il Nord Europa transitano 46,4 milioni di tonnellate di merci l’anno. Solo dal tunnel ferroviario del Frejus passano ogni anno 3,4 milioni di tonnellate di merci con una significativa percentuale di merci alimentari rappresentata soprattutto da cereali.
Il sistema agroalimentare torinese esporta verso il Nord Europa, attraverso i valichi ferroviari e autostradali delle Alpi Occidentali, prodotti che sono il cuore del vanto del Made in Italy come frutta, carni, farine, vini, prodotti lattiero caseari, prodotti da forno.
Nel 2022, secondo l’elaborazione di Coldiretti Torino dei dati forniti dalla Camera di Commercio di Torino, le aziende agricole e alimentari del nostro territorio hanno esportato verso la Francia oltre 27 milioni 800mila tonnellate di prodotti dell’agricoltura e oltre 300 milioni e 900mila tonnellate di prodotti alimentari. Un export che vale l’8,7% della bilancia delle esportazioni del Torinese e che vede un trend in crescita rispetto al periodo pre-Covid rispettivamente del 48,6% e del 53,7%.
«Le notizie che arrivano dalla Francia – osserva il Presidente di Coldiretti Torino, Bruno Mecca Cici – sul protrarsi fino a giugno 2024 dei lavori di sistemazione della galleria ferroviaria del Frejus, sommate alle notizie sulla chiusura del tunnel del Monte Bianco, hanno allarmato tutti gli operatori economici che basano la propria attività su questa direttrice. Tra questi, ci sono anche le aziende agricole che esportano verso il Nord Europa e le aziende agrituristiche che lavorano con i clienti francesi».
Per l’export agroalimentare torinese si profila anche il rischio che molti operatori della logistica ridimensionino la loro presenza al servizio degli hub torinesi. E con il crollo della logistica sarebbe anche il crollo dell’export agroalimentare. «È fondamentale per il nostro sistema agroalimentare che le imprese possano fare affidamento una logistica sempre più moderna ed efficiente che privilegi il trasporto su rotaia per le destinazioni di lunga percorrenza, modalità che ha già dimostrato il grande valore trasportistico e ambientale con l’Autostrada ferroviaria alpina dall’interporto di Orbassano ad Aiton (Chambery) che in venti anni, utilizzando la linea storica del Frejus, ha effettuato oltre 820mila passaggi di tir caricati sui carri ferroviari facendo risparmiare oltre 156mila tonnellate di CO2, senza contare lo smog risparmiato alla valle di Susa».
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