BORGARO – È l’obiettivo cui tende chiunque faccia musica. Provare, certo. Esibirsi, ovviamente. Ma poi il sogno è di realizzare qualcosa che rimanga, che possa essere fruito anche da chi, lontano, non può assistere a concerti ed esibizioni.
Le Voci Perigolose, guidate da Franco Romanelli, sono in questi giorni in sala d’incisione per registrare il primo brano, che nelle intenzioni del gruppo deve essere il capofila di un “disco”, passando prima attraverso un video (da realizzarsi con la collaborazione di altri artisti) che possa lanciare il gruppo a quei livelli in cui merita di essere. «Il disco – spiega Romanelli – è un mio vecchio progetto, che finalmente sto riuscendo a concretizzare con i miei compagni di avventura delle Voci Perigolose. Devo dire che sono molto contento di quanto stiamo facendo, e sono anche molto contento di come il gruppo si è comportato in studio, cioè con molta precisione e professionalità. Atteggiamenti che derivano certamente dallo studio approfondito che abbiamo realizzato in modo particolare durante la pandemia, quando siamo stati costretti a provare con cuffie e microfono per ottemperare alla richiesta di distanziamento, il che ci ha in qualche modo abituati alle modalità dello studio di registrazione».
Chi fa musica sa che quello dello studio di registrazione, quello di produrre un disco, non è un risultato semplicissimo da raggiungere. E forse lo è anche meno per chi, come il gruppo nato a Borgaro, propone un genere di musica, quella rinascimentale, lontana dagli stili e dai generi che vanno per la maggiore oggi. Ma questa storia insegna che con il lavoro, con la passione, con il sacrificio (e con la bravura, ovviamente) si possono superare ostacoli e difficoltà. «Il brano che stiamo registrando in studio – prosegue – vuole anche rappresentare il percorso che abbiamo fatto, e dimostrare come la musica del ‘500, in questo caso afro – napoletana, sia pop rock e inclusiva, visto che i protagonisti del brano sono schiavi, liberti e non meglio precisati servi africani». Il brano è stato scritto da Orlando di Lasso, compositore belga vissuto tra il 1532 e il 1594, considerato uno dei massimi compositori di musica polifonica del Rinascimento.
Quindi, la scuola da portare avanti, la sala di incisione, il disco, il video. Una vita abbastanza piena quella di Romanelli e del suo gruppo, si direbbe. E invece c’è spazio anche per altro. Per un altro progetto ambizioso. Il gruppo, infatti, sta collaborando con Noteateatro nella realizzazione di un musical (per il quale Romanelli sta scrivendo gli arrangiamenti corali), che sarà portato in scena a fine aprile, al teatro Alfieri.
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