BORGARO – Capita raramente, ma ogni tanto capita, che il sindaco Claudio Gambino e il consigliere di opposizione Marco Latella la vedano allo stesso modo su un qualunque argomento della vita amministrativa. E capita ancora più raramente (anzi, forse non è mai capitato) che quell’argomento sia la piscina che, nel corso degli anni, ha visto discussioni chilometriche e accuse feroci tra le parti.
Succede, nel Consiglio comunale di ieri sera, lunedì 30, che venga messa ai voti una variazione di bilancio che, tra le altre cose, prevede uno stanziamento di 21mila euro per ricomprare gli arredi della piscina. «Una situazione paradossale – ha sottolineato il consigliere – La River Borgaro, che gestiva l’impianto, ha un debito nei confronti del Comune di 900mila euro, e il Comune è costretto ad investirne 21mila per ricomparsi le attrezzature. Quindi non sono abbiamo avuto un danno, ma ora dobbiamo pagare per prendere degli arredi che, molto probabilmente, non saranno in condizioni perfette». «Condivido in pieno l’aspetto paradossale – ha aggiunto il Gambino – e anzi, per far capire bene lo stato d’animo del sindaco davanti a questa vicenda bisognerebbe aggiungere anche il termine “incazzato”». La situazione, effettivamente, è paradossale.
E parte dal fatto che il fallimento di una società sportiva, che gestisce impianti pubblici e quindi non di sua proprietà, sia cosa piuttosto rara. E quando accade, i beni di proprietà che possono essere aggrediti dai creditori sono pochi, o nulli. Dai 900mila euro ne sono stati stralciati oltre 620mila, vale a dire il mutuo contratto con il Credito Sportivo per costruire la piscina scoperta: «E la cosa può avere un senso – ha ribadito Gambino – È vero che pagheremo il mutuo, ma è altrettanto vero che saremo proprietari della struttura». Quello che ha fatto arrabbiare il sindaco è il fatto che armadietti, bussole, boe per dividere le corsie, sono stati considerati beni di proprietà della River, e quindi messi all’asta. Asta alla quale il Comune dovrà partecipare per riottenerli: comprarli nuovi, infatti, vorrebbe dire spendere, fatti due conti, una cifra di quattro volte superiore. Insomma, oltre al danno (o meglio, ai danni) anche la beffa.
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