E si deve, aggiungo io.
Quante volte mi trovo a dover rispondere a chi mi chiede: “Come posso essere felice? Aiutarmi ad esserlo!”
Ma in molti poi non accettano nessuna critica alla loro persona.
Quando andiamo dal dottore e gli diciamo di avere un malore, aspettiamo che sia lui a darci la diagnosi o ce la diamo da soli?
Ecco cosa succede a me quando mi chiedono il motivo per cui non sono felici ma poi, guai se glielo dici.
Ho parlato di recente con un amico dell’ importanza di prendere come esempio nei miei articoli il caso singolo quando rappresenta uno o più problemi di molti.
Più volte ho dedicato articoli ad un mio vecchio contatto virtuale che ritenevo amico e l’ ho fatto semplicemente perché lui rappresenta la classica persona che ti chiede di dirgli cosa lo renderebbe felice ma poi, se lo fai, cade in una sorta di depressione.
Rendere gli altri felici però significa anche fare qualche osservazione critica. Se io dicessi a qualcuno: “Sei perfetto in tutto, nulla sbagli, sei il top!”
Mi dite che aiuto sarebbe?
Avendo io curato anche l’immagine di persone pubbliche, è ovvio che poi io dia suggerimenti agli amici o presunti tali, è una mia deformazione ormai.
Tornando al mio “amico”: se poi io lo incontro dal vivo ingrassato e trascurato, non dirglielo a cosa serve?
Se uno mangia male significa che vive male, se ha un alito cattivo vuol dire che mangia male. Se uno resta ore ed ore seduto davanti allo schermo del pc, ingrassa, se uno vive di amicizie virtuali, non si fa del bene.
Se una persona apprezza i consigli e ne fa tesoro, è saggia, se si offende è immatura e si può essere immaturi anche da anziani.
Del resto è tramite il gusto che proviamo ad ottenere il piacere che ci sembra di aver perso in altri aspetti della vita. Mangiare di tutto e ciò che ci piace è un modo per evitare i pensieri negativi. È la perdita di equilibrio che porta a trascurare l’alimentazione corretta. La tristezza porta a perdere le motivazioni. Se non si eliminano i conflitti interiori si ammala il fisico, i cosiddetti disturbi psicosomatici poi arrivano.
In tanti mi hanno scritto nel periodo da restrizioni Covid, in troppi non stanno bene a casa e pregano che finisca questo periodo funesto per tornare a stare tutto il giorno fuori casa.
Chi, come il mio vecchio contatto virtuale e tanti come lui, teme di doversi ascoltare, teme la sua insicurezza, è la classica persona che riempie il tempo con le cose e si stordisce di lavoro per riempire il vuoto.
“Il senso di vuoto si riscontra in diverse psicopatologie come nel narcisismo, nella depressione e nei disturbi alimentari! “
Tutto questo per dirvi che, si possono dare precise chiavi di lettura in certi casi, ogni essere umano può avere comportamenti che sono in conflitto con il vivere felici.
Quante persone mi chiedono di poter essere felici, poi noto tic nervosi fisici o tic sul volto stesso, ancora, persone che si mangiano le unghie e ti dicono che è ormai una loro abitudine, altri che si consolano con il cibo e molti che riempiono il loro vuoto con i contatti virtuali mentre vivono con turbamento le situazioni reali.
Quanti sono i mariti molto gentili con le amiche virtuali e terribilmente insofferenti verso le mogli? Ormai non li conto più, sta diventando la regola.
“Solo di relazioni vere e proficue si guarisce!” Cit
Di relazioni sbagliate e/o virtuali ci si ammala.
Ecco cosa mi ha spinto diverse volte a parlare dello stesso individuo virtuale che in realtà raggruppa diverse problematiche di molti e che affronterò.
Perché non è di un ex contatto che intendo parlare in quanto tale per destare maggiore interesse e curiosità ma lo faccio e l’ ho fatto su di lui come persona con dei conflitti interiori comuni a molti altri.
Chi non ha conflitti interiori? Tutti li abbiamo ma qualcuno ne ha di ben più pesanti, dunque ne parlo.
Ma riscontro da tempo che la gente è curiosa più di sapere chi si nasconde a fare avances colorite in una chat piuttosto che capire il problema/i che ha chi fa questo.
Ma sono oggi convinta di quanto mi diceva Luciano De Crescenzo che spesso mi ricordava: “attenzione perché, se parli tu, persona carismatica e piacevole di aspetto, rischi di trovare molti che seguono te come persona ma non ascoltano poi quello che dici ed è preoccupante per una scrittrice!”
De Crescenzo aveva ragione, infatti tutti a chiedermi nel tempo, ed anche oggi, chi fosse il mio amico che immaginava la sua apprezzata scrittrice accanto a sé ed ho veramente riscontrato un esagerato interesse, fino al momento in cui qualcuno di recente ancora mi ha detto: “Sei tu Alessandra che susciti ammirazione e curiosità e tutti vogliono in realtà leggere chi si relaziona con te e come lo fa!”
Questa curiosità morbosa nei miei confronti non è molto positiva quando parlo di persone non in equilibrio e la felicità richiede tranquillità ed un minimo di armonia anche nei pensieri di chiunque voglia essere felice ma soprattutto, la felicità richiede la voglia di ascoltare cosa ci fa stare meglio e non il pettegolezzo.
Se ho avuto un “amico” nei miei contatti, in comune con tanti altri amici, mi chiedo che senso abbia sapere chi è lui con insistenza piuttosto che capire i problemi di quel mio/ nostro “amico”?
Lui non è un caso isolato, lui rappresenta i problemi di molti che si rifugiano poi nel virtuale, lui rappresenta una moltitudine di persone, vorrei fosse chiaro.
Ecco dunque un’ attenzione smisurata verso il caso specifico solo perché a tanti piace dare un volto a colui che in una chat immaginava a suo piacimento la scrittrice tanto ammirata da lui e dagli altri.
Eppure in chat capita di tutto essendo la tana delle persone che amano nascondersi e nascondere i loro reali problemi, perché dunque tanta meraviglia se capita a me? La risposta in anticipo me la dette De Crescenzo.
Ma essendo io una persona che oggi fa attività pubblica, mi aspetto questo esagerato interesse anche se non è del tutto positivo per me.
Conta ciò che io racconto e cosa ne deriva per tutti coloro che leggono mentre è assolutamente irrilevante conoscere il nome di un vecchio contatto virtuale come tanti.
Ma, come di recente mi ha ricordato un caro amico commercialista, l’argomento attrazione e sesso (vissuto o immaginato) è talmente trainante da far passare in secondo piano il mio ruolo di autrice anche di un libro e di mille articoli sulla felicità, questo è preoccupante per me che punto soprattutto al benessere psicofisico di tutti.
Sapere il nome di un mio vecchio amico non porta a vivere meglio, ascoltare e riflettere sui miei consigli, si.
Questo è gossip mentre il mio compito è quello dare un senso ai comportamenti e scriverli nei miei articoli, nei libri e farne oggetto di discussione nei convegni dedicati a tematiche di interesse collettivo.
In realtà io miro ad un reale benessere psicofisico per tutti. E le persone felici più raramente si ammalano.
Pensate al potere della felicità, questo solo conta!
Per informazioni sul libro della scrittrice Hropich, autrice di numerosi articoli dedicati al benessere e alla felicità e molte altre tematiche.
https://www.youcanprint.it/fiction-generale/la-felicit-ve-la-do-io-9788893320665.html

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