CANAVESE – Un class action dei locali commerciali di ristorazione (ristoranti, bar, pub, pasticcerie..). L’iniziativa, partita dai parlamentari di Fratelli d’Italia, è stata presentata oggi ai media in Canavese, nel dettaglio ad Ozegna, oggi, sabato 30 gennaio.
Alla presentazione sono intervenuti Fabrizio Bertot (nella duplice veste di coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia e di canavesano), l’On. Marco Osnato e l’On Augusta Montaruli, entrambi di Fratelli d’Italia.
“Siamo sempre stati al fianco dei ristoratori – ha dichiarato Bertot – ed ora è importante prendere posizione e agire. Abbiamo accolto le segnalazioni dei ristoratori, e siamo partiti con quest’iniziativa che per i locali sarà totalmente gratuita perchè verrà finanziata dai parlamentari di Fratelli d’Italia. Attenzione: dai parlamentari e non dal partito. È un impegno delle persone non è il partito che impegna le persone. Un’iniziativa che non è politica.”
Una class action per impugnare i Dpcm e presentare un vero e proprio ricorso contro lo Stato.
“Basta far pagare i cittadini – ha aggiunto l’On. Montaruli – questa sì un’azione giudiziaria di risarcimento, ma anche un’azione dimostrativa nei confronti del Governo.”
“Basterà scrivere una mail per l’adesione e verrete ricontattati dal legale – ha aggiunto l’On Osnato – per approntare i documenti necessari. Sarà un’azione nel rispetto della privacy. Nessun medico ha mai detto che i ristoranti dovevano chiudere. È ora che finisca questa chiusura indiscriminata e che si capisca che i locali non sono focolai, e che sono stati spesi soldi per provvedere al rispetto di tutte le normative anti-covid. È stata seguita la linea delle chiusure per codici Ateco, noi riteniamo sia sbagliata. Si dovevano valutare i rischi effettivi.”
Il termine massimo per la presentazione della documentazione richiesta dal legale ( e non per l’adesione che dovrà avvenire molto prima), perchè il legale presenterà il ricorso il 16 febbraio.
La mail per inviare la propria adesione è: sosristoranti@fratelli-italia.it
Alla conferenza stampa sono intervenuti anche alcuni ristoratori (parte del gruppo spontaneo nato un paio di settimane fa, che conta già 300 persone) che hanno spiegato di essere stanchi, di non voler vivere di elemosina e di voler solo lavorare.
Resta ancora la preoccupazione per l’indotto che, al momento, non potrà far parte della class action.
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