ROMA – Da Lorenzo Alberto Claris Appiani, ucciso in udienza dentro il Tribunale di Milano, a Giorgio Ambrosoli,liquidatore della Banca Privata Italiana, ucciso a Milano nel 1979 per mano dei killer della banda della Magliana. E poi Piersanti Matterella, Presidente della Regione Sicilia, MassimoD’antona e Marco Biagi, assassinati dalla mafia e dalle Brigate Rosse, fino ad Alberto Musy, ferito a morte da un killer che gli attribuiva la colpa del suo fallimento.
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Non solo loro. Sono tanti, troppi, gli avvocati uccisi negli anni, 36 vittime, alcune famose, altre meno conosciute, ma che ugualmente hanno pagato col sangue l’impegno e la dedizione professionale.
“Tributo di toga”, così si chiama il volume a loro dedicato, un libro in cui è la stessa Avvocatura italiana a commemorare i suoi caduti, martiri uccisi per aver voluto difendere a prezzo della vita piccoli e grandi diritti. Una rassegna di eroismi quotidiani senza scorta, senza difesa e senza paura di Avvocati uccisi dal 1948 al 2018. Un testo pubblicato dall’Ordine degli Avvocati di Roma e da Herald Editore, che sarà presentato giovedì 15 novembre nell’Aula Avvocati del Palazzo di Giustizia di Roma, a piazza Cavour presso la sede della Corte Suprema di Cassazione, dalle 12 alle 14. Promotori dell’iniziativa, coordinata dal Segretario dell’Ordine, Avvocato Pietro di Tosto, sono il Progetto Biblioteca Storica – che nel 2017 ricostituì, appunto, la Biblioteca Storica dell’Ordine degli Avvocati di Roma – e il Progetto Cultura e Spettacolo, coordinato dai consiglieri dell’Ordine Angelica Addessi e Aldo Minghelli.
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“La vogliamo dedicare ai nostri Colleghi, a quelli che la storia rammenta, ai tanti che nessuno ricorda più – si legge nella sintesi – a quelli che abbiamo conosciuto e non ci sono più, a quelli che incontriamo ogni giorno e magari non conosciamo, a quelli che verranno e a quelli che andranno via, scegliendo altre strade, perché abbiano comunque un memoriale ideale nel quale riconoscersi, nel quale onorare il loro Tributo di Toga, quel sangue nero e dorato che indossano tutti gli Avvocati e che anche per un solo giorno di gloria hanno sentito scorrere nelle vene”.
” Noi siamo la debole, e proprio per questo, magnifica forza del Diritto – scrive l’avvocato Mauro Vaglio, Presidente dell’Ordine Forense di Roma – gridiamo ciò che deve essere detto, combattiamo per un’opinione, per difendere quel minimo di umanità che resta anche in chi ha commesso il peggiore delitto. Siamo cattive madri e, insieme, sublimi ultime
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Avvocate della misericordia. Con la presente opera abbiamo voluto ricordare tutto questo, raccontando, in giro per l’Italia, il sempre dimenticato tributo di sangue, tributo di toga, dell’Avvocatura, versato per piccoli, grandi principi o solo a causa dell’incredibile incomprensione con cui ci osserva la gente, prima di riporre la loro speranza, in ultimo la loro stessa vita, nelle mani e nel cuore generoso di un Avvocato. Noi, che combattiamo per un avvenire che, solo raramente, ci riguarda. Quando muore un Avvocato, viene a mancare una parte di tutto questo”.
L’alto valore simbolico di una pubblicazione come questa non poteva nascere per finalità di lucro. Per questo i proventi derivanti dalla vendita della pubblicazione saranno destinati, per volere degli Autori, alla promozione del progetto di educazione alla legalità denominato “Carcere, se lo conosci lo eviti”, ideato dalla Cooperativa sociale Infocarcere per la prevenzione del fenomeno del bullismo tra i giovani e nelle scuole.
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