TORINO – Massiccia operazione antidroga.
Questa mattina, martedì 25 settembre in Susa, Mattie, Oulx, Cesana Torinese e Torino, militari della Compagnia di Susa, con l’ausilio di personale del Comando Provinciale di Torino, del Nucleo Carabinieri Cinofili di Volpiano e del Nucleo Elicotteristi di Volpiano, hanno notificato un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Tribunale di Torino Ufficio G.I.P. su richiesta della Procura della Repubblica di Torino, nei confronti di 12 indagati 6 marocchini e 6 italiani; 10 in carcere e 2 arresti domiciliari ritenuti responsabili a vario titolo di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti del tipo eroina ed hashish.
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Contestualmente sono state eseguite 21 perquisizioni domiciliari delegate dalla Procura della Repubblica di Torino nei confronti di altrettanti soggetti connessi all’attività d’indagine.
Il provvedimento scaturisce da un’attività investigativa condotta dal Nucleo Operativo della Compagnia di Susa, dal giugno 2017 al febbraio 2018, mediante anche intercettazioni telefoniche, analisi tabulati telefonici, partendo dal monitoraggio di soggetti assuntori di sostanza stupefacente del tipo eroina. L’indagine ha permesso di appurare l’esistenza di diverse ed autonome piazze di spaccio localizzate in Torino ed in diversi comuni della Valsusa (Bussoleno, Susa, Oulx, Cesana Torinese e Bardonecchia) costituite da soggetti italiani e, per la maggioranza, di nazionalità marocchina.
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Tra il giugno ed il settembre 2017, l’attività ha già consentito di trarre in arresto in flagranza di reato 4 persone, di cui solo due destinatarie di misura cautelare, ed il recupero di 100 grammi di eroina e 1 kg di hashish, oltre a varie dosi di metadone.
Sequestrata anche una serra di marijuana (era in casa tra i divani del salotto, la cucina, etc… ), circa 3 kg di droga tra marijuana, hashish ed eroina. Parte della droga era nascosta in un tombino nel locale cantina.
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AGGIORNAMENTO
Strategia di vendita
Codici criptati, consegne rapide in luoghi prestabiliti e possibilità di pagare a fine mese nel giorno di pagamento dello stipendio (i clienti dovevano lasciare i documenti o telefoni/tablet in pegno) erano le strategie di marketing dei pusher per battere la concorrenza e per incrementare “il portafoglio Clienti”.Per pagare l’eroina, la banda di marocchini accettava anche il baratto con i flaconi di metadone, merce molto richiesta dai tossicodipendenti e difficilmente reperibile sul mercato. Centinaia le cessioni al mese sia a piccoli spacciatori sia tossicodipendenti. Tra i clienti identificati studenti, impiegati, operai e anche una giovane coppia che andava ad acquistare la droga con il figlio di due anni nel passeggino.
Il codice
“Sono da solo (una dose), siamo tantissimi (almeno 10 grammi) o voglio il solito (per i clienti giornalieri)”. erano la frase più ricorrenti nelle conversazioni intercettate dai militari.
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