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TORINO – Truffe agli anziani: arresti e denunce

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TORINO – Il progetto Medusa della Polizia di Stato è stato concepito dal Questore Francesco Messina con la finalità di contrastare i fenomeni predatori ai danni delle persone anziane ad opera di malviventi specializzati.

Dall’inizio del 2018, le truffe ad anziani, denunciate alla Polizia di Stato sono state 270; le zone più colpite risultano essere Mirafiori (70), Barriera Milano (37) e Madonna Campagna (37).

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Per queste ragioni è stata creata da qualche mese, nell’ambito della Squadra Mobile, un’apposita task force composta da personale altamente qualificato che ha lo specifico compito di effettuare un’attenta analisi del fenomeno e di esercitare una specifica azione investigativa per prevenire e reprimere furti e truffe ai danni di persone anziane.

Accanto all’azione investigativa il Questore Messina ha disposto mirati servizi di controllo ordinario e straordinario del territorio, che si aggiungono a quelli effettuati dalla Polizia di Stato nelle c.d. aree a rischio per prevenire il degrado urbano e reprimere soprattutto lo spaccio di stupefacenti.

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Nell’ultimo mese (dal 20 maggio 2018) sono stati effettuati 68 servizi (più di due al giorno) di cui 52 con l’impiego delle ordinarie pattuglie preposte al controllo del territorio e 16 con la collaborazione degli equipaggi del Reparto Prevenzione Crimine Piemonte posti a disposizione dal Dipartimento della Pubblica Sicurezza:

n°37 Macroarea Nord (Barriera Milano, Madonna Campagna);
n°31 Macroarea Sud (Mirafiori, San Paolo);

Complessivamente, sono state dedicate quasi cento pattuglie e oltre 330 poliziotti e l’attività operativa ha determinato l’identificazione di 558 persone ed il controllo di 310 veicoli. Le persone indagate sono state 5 e altrettante quelle arrestate, alcune delle quali per reati specifici:

B. R., classe 1996, tratto in arresto per aver tentato di truffare un anziano mediante il raggiro dello “specchietto rotto”;

J. G. classe 1978 e D. N., classe 1976, tratti in arresto per aver cercato di effettuare innumerevoli prelievi con carte di debito e di credito sottratte ad una persona anziana in un esercizio commerciale.

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Gli esiti delle elaborazioni analitiche della delittuosità specifica hanno consentito di individuare in alcuni appartenenti all’etnia sinti stanziali sul nostro territorio, la maggior parte dei sospettati di questo tipo di delitto.

In tale ottica la Squadra mobile, con l’ausilio del Reparto Prevenzione Crimine, del Reparto Mobile e di unità cinofile, ha eseguito numerose perquisizioni d’iniziativa e controlli straordinari all’interno di insediamenti di nomadi di quell’etnia finalizzati a prevenire l’attività criminale.

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Sono stati controllati il campo nomadi “Sangone” di corso Unione Sovietica; il campo nomadi di Via Lega; il campo nomadi di Frossasco (TO) e il campo nomadi di Pinerolo (TO), strada Val Lemina.

Sotto il profilo specificamente repressivo, il 18 giugno 2018 la Squadra Mobile grazie all’attività investigativa posta in essere nell’ambito del “Progetto Medusa” ha dato esecuzione a due provvedimenti cautelari nei confronti di:

VAILATTI Alessandro, classe 1978, pluripregiudicato, già destinatario della misura alternativa dell’affidamento in prova – custodia cautelare in carcere.

VAILATTI Luciano Clei, classe 1996, arresti domiciliari.

I fatti oggetto di indagine sono avvenuti in questa provincia nei mesi tra Marzo e Maggio 2018.

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I due soggetti, padre e figlio, entrambi pluripregiudicati, sono accusati, anche in concorso tra loro, di aver messo in atto due tentati furti aggravati e due consumati con le modalità del “finto tecnico del gas”.

I rei agganciavano le anziane vittime per strada in prossimità dei portoni di ingresso fingendo di dover salire in casa per effettuare alcuni controlli sulle termo-valvole. Una volta dentro chiedevano che tutti i preziosi e l’oro fossero raccolti all’interno di un lenzuolo e posizionati sul letto al fine di non essere danneggiati durante i controlli. Successivamente, approfittando della distrazione della vittima, si impossessavano dei monili uscendo frettolosamente dall’appartamento.

Durante le perquisizioni sono stati rinvenuti, a bordo dell’autovettura del VAILATTI Alessandro, abiti e strumenti utili per il camuffamento e la commissione dei delitti per cui si procede, tra cui uno strumento per la rilevazione dei metalli, alcuni gilet simili a quelli utilizzati da operai di ditte incaricate della gestione o controlli della distribuzione impianti del gas nonché diversi telefoni, solitamente utilizzati per mantenere i contatti tra i due complici, con all’interno schede SIM del gestore Laycamobile.

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