TORINO – Conferenza stampa congiunta dei Sindacati dei Vigili del Fuoco ieri, lunedì 7 agosto, presso il Comando Provinciale di Torino dei Vigili del Fuoco.
Oggetto della conferenza, le criticità del NUE, numero unico 112. Ad aprire la conferenza, Gianni Nigro, Coordinatore Regionale CGIL il quale, dopo aver illustrato il funzionamento del Centro Unico Risposta (Cur), ha illustrato le problematiche.
«Innanzitutto non sempre viene data la giusta attribuzione da parte del Cur; si predilige il soccorso sanitario, con la conseguenza che i Vigili del Fuoco vengono chiamati in ritardo, quando il 118 è già sul posto allungando così i tempi, o non vengono chiamati proprio. Il dilatarsi dei tempi crea ritardi per i cittadini e quindi disservizi. Un altro problema, che sta diventando grosso, è l’ingerenza del Soccorso Alpino talvolta in esclusiva anche se non si tratta di zone impervie, e spesso lo veniamo a sapere solo il giorno dopo.»
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«Non siamo contrari al numero unico 112 come istituzione, – ha affermato Alessandro Basile vice Segretario Regionale Conapo – anzi l’Italia è purtroppo l’ultimo paese europeo ad averlo attivato. Diverse persone non sono ancora al corrente dell’esistenza. In questi mesi sono state però riscontrate diverse problematiche, e come noi le hanno riscontrate anche la Polizia e il 118 e questo sta a significare che qualcosa non va.»
Una soluzione per ovviare alle problematiche ci sarebbe: creare una sala interforze dove, all’interno, non sarebbero presenti soltanti sanitari (il cur doveva essere “laico” ma così non è) ma tutti gli enti preposti, in modo da analizzare la chimata in 60secondi e far intervenire le forze giuste senza pericolosi ritardi.
Tutto ciò era già stato sollevato durante una precedente conferenza alla quale, da parte della politica, non era giunta risposta.
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Durante la conferenza è emersa la questione “Bono”. Nei giorni scorsi, Danilo Bono, uno dei responsabili del Nue 112, ha criticato le capacità tecnologiche e le competenze delle sale operative dei vigili del fuoco.
«Tale ingiustificato attacco, – ha affermato Claudio Cambursano, Segretario Regionale Conapo – oltre che istituzionalmente scorretto, stride alquanto con quelle che sono alcune evidenze nella gestione del nue 112 e della sala operativa 118 di cui il Dott. Danilo Bono è ed è stato tra i massimi responsabili. Ci riferiamo in particolar modo alla gestione di alcune centinaia (circa 400 annui) di interventi tecnici in ambiente impervio/montano che in aperto contrasto con quanto previsto dalle norme dalle sentenze del consiglio di stato n° 1736 del 10 aprile 2014 che dà il compito del coordinamento dei soccorsi al Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, e soprattutto dalla circolare del Ministero dell’Interno e dalle Prefetture della Regione Piemonte, che prevede l’immediato allertamento dei Vigili del Fuoco in caso di dispersi/infortunati in luoghi impervio,montano, in caso anche solo di solo supposto infortunio o pericolo per le persone. Si ricorda che gli elicotteri del 118, affittati a titolo oneroso da privati, sono ambulanze medicalizzate dedicate al servizio sanitario, per casi di grave urgenza medica o per rapido trasporto sanitario. In caso di non infortunio si tratta di un intervento tecnico sempre di competenza Vigili del Fuoco.”
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«Premesso cio’ – concludono i Sindacati Conapo, Cgil, Cisl, Uil e Confsal – in aperto contrasto con quanto previsto sopra veniamo a conoscenza spesso tramite giornali e o tg d’interventi effettuati dalle eliambulanze del 118 in ambiente impervio montano senza che le nostre sale operative Vigili del Fuoco ne siano debitamente messe al corrente. Da dati ufficiali apprendiamo che il costo orario volato delle eliambulanze del 118 è di circa 3000 euro l’ora ( 2269 euro piu iva ) e che il costo medio per singolo intervento è di circa 6700 euro. Ci si chiede se risponda a canoni di trasparenza far volare elicotteri privati molto onerosi economicamente omettendo di allertare l’ente competente i Vigili del Fuoco ( che ricordiamo hanno un’apposita componente elicotteristica dotata di personale e mezzi propri) lasciando a terra mezzi operativi di proprietà della flotta di Stato. Considerato tutto questo appare evidente la necessità di realizzare una sala operativa unica interforze.»
Il prossimo passo sarà un incontro con tutti gli enti coinvolti.
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