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TORINO – Venerdì 20 giugno verrà inaugurato l’inceneritore del Gerbido.
A quest’evento, l’Amministrazione Comunale di Rivalta, comunica in una nota che non parteciperà, ma sarà al fianco dei comitati che contesteranno fuori dall’impianto.
“La nostra contrarietà all’incenerimento dei rifiuti è diffusamente nota, – spiega l’Amministrazione – quindi non ci sentiamo coinvolti da cerimonie inaugurali che riguardino impianti, ovunque essi si trovino, finalizzati a questa pratica. In particolare l’inceneritore del Gerbido non funziona: una delle linee è di nuovo, per l’ennesima volta, ferma e lo sarà per un certo periodo. Alla luce del fatto che ci troviamo a più di anno dall’avvio, che numerosi stop sono stati resi necessari da innumerevoli problemi, che la fase di rodaggio non è ancora conclusa proprio a causa del mancato funzionamento continuo delle tre linee per almeno tre mesi consecutivi, la domanda che sorge spontanea è: ma cosa ci sarà mai da inaugurare? Continuiamo a ritenere illegittimo l’avvio dell’impianto a fronte del mancato rispetto del punto 9 del protocollo d’intesa che subordinava l’accensione dell’inceneritore alla delocalizzazione della Servizi Industriali ora Ambienthesis: delocalizzazione che non è avvenuta e non si intravedono elementi che possano far presupporre che avvenga in un futuro più o meno prossimo. La gestione delle strutture politiche di controllo proseguono, lascia molto a desiderare: il comitato locale di controllo, – prosegue – sotto la presidenza della consigliera provinciale Erika Faienza (tra l’altro non si sa a che titolo dato che il protocollo d’intesa prevede che il comitato sia presieduto da un sindaco di uno dei sei comuni che ne fanno parte o da un suo delegato) non viene convocato ormai da mesi e il processo di revisione del regolamento, al fine di consentire una maggior partecipazione dei cittadini, è stato bloccato senza alcuna spiegazione.”
E conclude: “L’impegno del Comune di Rivalta nell’opporsi a una pratica obsoleta e superata nella gestione dei rifiuti continua: occorre premere affinché forme e impianti alternativi, già sperimentati, vengano presi in considerazione, perché si trovino collocazioni opportune magari con l’utilizzo di capannoni industriali abbandonati che hanno inutilmente compromesso quel bene prezioso che è il territorio. Rivalta è pronta a fare la sua parte: se non si fa questo sarà sempre vivo l’alibi dell’emergenza per giustificare la scelta dell’inceneritore. Ma, a proposito… dove stanno andando i rifiuti che l’inceneritore non riesce a bruciare perché non funziona come dovrebbe? Dobbiamo forse pensare che siamo in fase di emergenza? Ma allora, gli inceneritori invece di scongiurarla… la provocano?”
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