CULTURA – Nonostante il tempo, l’impegno del Fai nel fine settimana è stato premiato dall’elevata affluenza di visitatori: quasi un migliaio di persone sabato e circa 2.500 domenica.
Ad Ivrea i visitatori hanno affollato la zona archeologica sotto l’Hotel La Serra chiusa ed inagibile da molto tempo, e quella sotto la Banca Intesa Sanpaolo che talvolta è stata visitata da scolaresche.
Anche l’Anfiteatro romano, ha avuto un bel successo di visitatori pur costretti a calpestare erba bagnata e talvolta non sufficientemente aiutati dalla segnaletica.
I commenti di tutti però rivelavano ammirazione per l’importanza e l’interesse dei resti romani appena “scoperti” da loro, e lo stupore che tali antiche testimonianze storiche della città non siano più ampiamente note e quindi curate, gestite, promosse.
In particolare, come è facile immaginare, i rimpianti , i commenti, le nostalgie, e anche alcune critiche si rivolgevano all’Hotel La Serra, di volta in volta definito mostro, ufo, prodotto olivettiano per eccellenza, centro di vita e di cultura per la città, che ora rischia un degrado irreversibile.
Per questa ragione si alza veramente un coro unanime di richieste all’Amministrazione comunale di fare di tutto per conservare e proteggere quest’area, sopra e sotto.
A Favria la Chiesa di San Pietro Vecchio, riccamente affrescata dal quattrocentesco maestro Domenico della Marca di Ancona, con altre importanti testimonianze pittoriche dello Spanzotti o della sua scuola, è stata oggetto di moltissime visite, sicuramente di abitanti di Favria, fieri del loro gioiello, ma anche di molti forestieri incuriositi.
La Pieve di S. Lorenzo con il Battistero di S. Giovanni Battista, “Monumento segnalato dal FAI”, a Settimo Vittone, nonostante i tanti anni di apertura, continua a richiamare ammiratori sia per la possente architettura pre-romanica sia per i ben conservati ed interessantissimi affreschi (sec. XII – inizio del sec. XVI) anche se il tempo inclemente ha cancellato la possibilità del percorso segnalato su mirabili mulattiere tra vigneti di montagna e boschi di castagno.
«Queste due Giornate FAI di Primavera – dicono i componenti del Fai – ci resterà vivissimo il ricordo dell’assistenza e dell’aiuto che ci è stato largamente e generosamente offerto dai Comuni e dalle Associazioni Culturali, ma soprattutto l’entusiasmo, la cura, la dedizione degli studenti che si sono impegnati come Apprendisti Ciceroni , spesso lodati dai visitatori, e il lavoro molto più nascosto e discreto, ma fondamentale, dei loro insegnanti. Sono stati coinvolti il Liceo Classico C. Botta e il Liceo scientifico A. Gramsci di Ivrea, il Liceo classico A. Moro di Rivarolo e l’IIS P. Martinetti di Caluso.»
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