SPARONE – Il Canavese sul tetto d’Italia grazie ad un giovane e talentuoso chef che si è fregiato del titolo di più forte cuoco a livello nazionale. Lo si deve allo sparonese Martin Magnino, non nuovo nel salire all’onore della cronaca per la sua bravura e la sua passione, il quale di recente, in quel di Rimini, si è aggiudicato la prima posizione assoluta in occasione dei Campionati tricolori, appunto, riservati alla cucina. Con un piatto straordinario, nel quale doveva far esaltare l’ingrediente scelto come principale protagonista della gara, ovvero la fontina, il nostro ha presentato una proposta in grado di mettere d’accordo tutta la giuria, che alla fine lo ha premiato con il trofeo più ambito, quello del primo assoluto tra 120 partecipanti.
“Devo dire che non mi aspettavo di aggiudicarmi questa vittoria, tant’è che quando mi hanno chiamato per ritirare il premio mi sono alzato quasi come un automa, mentre mi sono davvero reso conto di cosa mi era accaduto solo qualche istante più tardi” confessa un sorridente Martin. Un ragazzo che ama la cucina, portando avanti una tradizione familiare di lungo corso (lui è la quarta generazione ai fornelli…), ma soprattutto mettendosi costantemente in gioco, sia nel lavoro quotidiano che quando si tratta di competere. “Le gare come questa mi piacciono, principalmente perché è un modo per mettersi in competizione con se stessi e poi con colleghi di alto profilo, tutti preparati e bravi, con il quale c’è massimo rispetto. Trovo che i Campionati italiani sono un bel banco di prova, che ti porta ad essere attento sotto tanti aspetti, dato che il giudizio finale non tiene conto solo del gusto del piatto, ma di molte altre cose. Dopo questa vittoria anche in futuro ho intenzione di ripresentarmi al via”.
Nonostante la giovane età (classe 2000), Magnino ha fatto parecchia esperienza. Tanto lavoro, che gli ha permesso di crescere sotto il punto di vista della tecnica, ma non solo: “E’ importante l’amore per la cucina, il rispetto per la materia prima, la ricerca come la sperimentazione, che permettono a ognuno di noi di maturare, come cuochi e come persone. Il presente ed il futuro di questo mestiere è legato molto all’utilizzo dei prodotti della nostra terra, che vengono pure usati e trasformati per mezzo dei nuovi modi di fare cucina”.
Il giovane chef di Sparone ci tiene a sottolineare come questa vittoria sia condivisa a pieno con la propria famiglia: “Non può che essere così, dato che non solo mi hanno sostenuto, ma mi hanno dato una grandissima mano nell’arrivare alla gara, pensando a quelle piccole e grandi cose che mi hanno permesso di stare concentrato unicamente sulla competizione”. Se la cucina è diventata spettacolo, grazie alle tante trasmissioni televisive presenti nei palinsesti od ai canali tematici nati nelle ultime stagioni, il canavesano ricorda che per lavorare in questo ambiente bisogna essere preparati: “Perché è un mondo non semplice, dove serve fare la gavetta, dove si studia e si impara continuamente. Non è così facile come a qualcuno sembra, però ammetto che io amo questo mestiere e continuerò ad impegnarmi per migliorare ulteriormente”
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