LEINI – Forse non tutti sapevano come si chiamava, quali fossero il suo nome, il suo cognome. Forse non tutti sapevano quanti anni aveva, dove viveva, cosa faceva o cosa aveva fatto nella sua vita. Ma di certo tutti, o quasi, almeno una volta l’avevano incrociato. Mentre entrava o usciva da un negozio, in un bar mentre prendeva un caffè, seduto su un panchina o per strada. Tutti, o quasi, almeno una volta l’hanno incrociato, e non hanno potuto fare a meno di notarlo. Perché quell’omone salutava. Sempre. Tutti. Salutava chi conosceva e anche chi non conosceva.
Salutava e parlava, con chi gli capitava a tiro o anche da solo. Parlava e borbottava. E tutti, o quasi, ricambiavano il suo saluto, e magari si fermavano a dire due parole. Lo conoscevano per questo. Non perché avesse un passato da amministratore comunale, o avesse militato per anni in una delle tante associazioni del territorio, o perché avesse gestito un negozio storico di Leini. Lo conoscevano per quello che era: una persona semplice, educata, che parlava ad alta voce. Senza fare male a nessuno, senza importunare nessuno. E con il suo modo di fare e di essere era diventato a suo modo popolare. E benvoluto.
Mario Giovanni Borella, 68 anni, si è spento nei giorni scorsi: il funerale si è tenuto in parrocchia, martedì. E ora il suo saluto a tutti, o quasi, mancherà.
© Riproduzione riservata
------------------------------------------
