LEINI – Il centesimo della discordia

Ancora diatriba tra l'amministrazione guidata dal sindaco Pittalis e la minoranza

LEINI – Breve riassunto della puntata precedente. La maggioranza presenta, in Consiglio, una delibera che di fatto chiude la lunga diatriba con Mappano, e sancisce quanto il neo Comune deve pagare, fatta la differenza tra il dare e avere, a Leini. Solo che su quella delibera si dice proprio il contrario, e cioè che è Leini a dover dare dei soldi al Comune vicino. Un errore fatto notare dal consigliere di minoranza Pierluigi Leone, e che nessuno della maggioranza aveva notato. Un errore grave, tale da indurre il sindaco a ritirare in un amen il documento.

La delibera, rivista in quel punto, torna in Consiglio sabato mattina. Il problema è che un altro errore, già presente nella prima stesura, non è stato corretto. Un errore non enorme. La differenza di un centesimo nei calcoli contenuti nel documento. E se è vero, come dice il sindaco Pittalis, che la differenza di un centesimo non cambia la sostanza delle cose e che può essere frutto di un arrotondamento, e altrettanto vero, come sostiene Leone, che si va ad approvare un documento comunque sbagliato, e che non ci sono certezze, a questo punto, che altri errori di calcolo possano aver prodotto una cifra finale errata. Chiedendo, infine, un nuovo ritiro della delibera o, in caso contrario, che tutto quanto attiene la pratica, compresi gli atti preparatori, verbali e quant’altro, venga inviata alla Corte dei conti per le valutazioni di competenza. Una richiesta che il sindaco non ha gradito troppo: «Non sarà ritirata, rifiuto la logica della ricerca dell’errore. È ora di finirla con questo atteggiamento. Siamo stanchi di subire illazioni sulla nostra incapacità, osservazioni su virgole e punti. Qualificano un comportamento dilatorio. A questo punto anche io farò ricerche sugli atti della precedente Amministrazione, e se troverò qualcosa di sbagliato anche quei documenti potrebbero finire alla Corte dei conti». «Perché le delibere della precedente Amministrazione non le ha controllate quando era consigliere di opposizione?», ha ribadito dai banchi della minoranza Giuseppe Musolino. Uno a zero e palla al centro.

E anche il capogruppo Ezio Navilli è entrato sul tema: «Il compito dell’opposizione non è andare a caccia degli errori. Per queste formalità, questo modo di fare, si occupano delle persone e si generano dei costi. Chiederò che quei costi, causati dal vostro atteggiamento, vengano conteggiati». Resta da capire chi conteggerà i costi generati dalle persone deputate a conteggiare i costi…

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