LEINI – Con un curioso parallelismo, mentre a Madrid il portiere del Paris Saint Germain, l’italiano Gigio Donnarumma, con una papera clamorosa di fatto riapre la partita contro gli spagnoli del Real, a Leini anche la maggioranza si rende protagonista di una papera. E se la prima comporta, poi, l’eliminazione dei parigini dalla Coppa, quella di Leini semplicemente provoca il ritiro di una delibera e il rinvio della chiusura della vertenza con Mappano ad un prossimo Consiglio.
E pensare che la discussione parte bene. Con una relazione precisa del sindaco Renato Pittalis, che ripercorre sinteticamente l’iter della costituzione del Comune di Mappano, spiega il motivo per cui, anche grazie alla mediazione di Città Metropolitana e prefettura, la situazione si sblocca (avviare il conteggio del dare e avere tra i due Comuni a partire dal 2017, quando Mappano ha avuto una propria Amministrazione, e non dal 2013, quando è stato istituito sulla carta. Una differenza di quattro anni che si traduce in un bel gruzzolo), e come sono avvenuti i calcoli (“facilitati” dal fatto che la porzione di territorio ceduta è decisamente limitata, come pure il numero di abitanti). Il risultato: 66mila euro che Leini deve dare a Mappano, 103mila euro che Mappano deve dare a Leini. E fin qui, tutto chiaro.
Il problema è che la delibera presenta un grossolano errore, evidenziato dal consigliere Pierluigi Leone. Sia nella delibera, sia nella bozza di convenzione, infatti, si parla della quantificazione del credito a favore di Mappano, e non di Leini. In pratica, approvando il documento così com’è, Leini dovrebbe “pagare” Mappano e non il contrario. E mentre il consigliere Faccilongo chiede che ad esprimersi sul punto sia la maggioranza, il capogruppo di maggioranza, Ezio Navilli, chiede l’intervento del segretario, anche per capire, a fronte di un palese errore, come tutelare i consiglieri chiamati a votare l’atto. E il segretario risponde. Ma non alla domanda del capogruppo.
«È un errore sostanziale – ribadisce Leone – Chi la vota, vota l’esatto contrario di quello che deve essere approvato. Confondere crediti con debiti non è una cosa leggera». «Assolutamente non lo è», concorda il segretario comunale. E mentre si cerca di capire che pesci pigliare, arriva la voce fuori campo del sindaco, che richiama delicatamente l’attenzione del presidente del Consiglio: «Sto chiedendo la parola da un’ora… mi vedi che sto chiedendo la parola?». E la parola del sindaco, una volta concessa, è semplice: «Chiedo il ritiro della delibera». Con la presidente Chiabotto che passa al punto successivo senza neppure mettere ai voti il ritiro, richiamata pertanto dal consigliere Faccilongo: «Prima di andare oltre credo sia necessaria la proclamazione ufficiale del ritiro della delibera». Che puntualmente arriva. Se ne riparlerà la prossima volta. Papere permettendo.
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