mercoledì 29 Novembre 2023

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ROCK POLITICK – Dove finiscono le mascherine?

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ROCK POLITICK – Ogni giorno, da quando la pandemia è entrata a far parte delle nostre vite, siamo obbligati, per prevenire il contagio, ad utilizzare dispositivi di sicurezza interpersonale.

Mascherine, guanti monouso e gel igienizzanti sono diventati dei must nella nostra quotidianitá. In quasi dieci mesi di pandemia, sono stati utilizzate più di 300mila tonnellate di mascherine e guanti… Un’ enormitá.

Ma dove vanno a finire questi rifiuti?

Innanzitutto bisogna fare una precisazione: i dispositivi base per la prevenzione utilizzati presso gli ospedali e i centri di ricerca medicali vengono catalogati come rifiuti pericolosi e seguono un iter diverso per lo smaltimento, più complesso, ma per il mancato riciclo dovuto alla diversa composizione materiale delle mascherine finiscono per essere bruciati negli inceneritori. A questa categoria avrebbero dovuto far parte anche tutti i dispositivi utilizzati quotidianamente dai cittadini, per il loro pericolo di contaminazione, ma con una nota del DL Rilancio, basato sulle consultazione con l’ISS, vengono catalogati come rifiuti urbani. Per raccoglierli i cittadini dovrebbero inserire le mascherine in una o più buste e gettarle nell’indifferenziato.

Diversa vita per i rifiuti dei soggetti positivi al Covid19, che seguono l’iter giá descritto precedentemente dei rifiuti pericolosi.

Il pericolo maggiore è rappresentato, come potete ben capire, dalle mascherine catalogate come rifiuti urbani che mettono a serio rischio la salute degli operatori ecologici e dei cittadini. Spesso, per colpa dei cittadini e delle istituzioni locali, lo smaltimento delle mascherine non avviene in maniera corretta con la conseguenza che una percentuale di queste vengano smarrite e perse per le strade e nelle acque delle cittá.

Camminando per le strade dei nostri comuni ci è capitato sovente di trovare per terra mascherine usate, gettate al suolo con non curanza. Oltre al fatto che le mascherine possono essere infette, uno studio belga afferma che per decomporsi ci possono mettere fino a 450 anni. Oltre al danno per la salute pubblica, c’è anche quello ambientale.

Questo fenomeno sempre più frequente è dovuto alla mancanza di senso civico da parte di alcuni cittadini, ma anche dalla non curanza degli enti comunali che in tutti questi mesi non sono riusciti a proporre nelle vie delle nostre cittá raccoglitori ecologici, come consigliato dall’UE e dall’ISS.

© Riproduzione riservata

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