PIEMONTE – Anaao Assomed Piemonte e Nursind Piemonte congiuntamente scrivono al Presidente della Regione Alberto Cirio chiedendo di mettere in atto iniziative specifiche per favorire la conciliazione lavoro-famiglia dei medici ed infermieri piemontesi.
La chiusura delle scuole per i sanitari con figli minori impegnati a gestire l’emergenza epidemiologica Covid-19 è stato un problema che ha aggravato il già pesantissimo carico di lavoro negli ospedali.
“Ora la difficoltà nella conciliazione vita-lavoro si prolunga, – scrivono – perché d’estate gli ospedali non chiudono: avremo diritto a 15 giorni di ferie e nulla più. Chi baderà ai nostri figli?
Le lavoratrici, soprattutto, della sanità in questi mesi hanno pagato un prezzo altissimo, cercando di gestire i figli ed evitando l’aiuto dei nonni, per il rischio di contagiarli. Ma già prima dell’emergenza epidemiologica Covid-19, un sondaggio da noi proposto ai sanitari piemontesi rivelava che per il 94% dei responders gestire i figli nei mesi estivi è un problema, definito molto grave da oltre il 56% degli stessi.
Per queste lavoratrici ed i lavoratori chiediamo ora che vengano messe in atto iniziative di sostegno, più che guadagnate sul campo.
Chiediamo:
-Che nella città di Torino si possano attivare dei progetti pilota di centri estivi nei parchi comunali prossimi agli ospedali. L’iscrizione ai centri estivi dovrebbe essere riservata in modo prioritario ai figli dei dipendenti delle ASL/AO. Le stesse dovrebbero convenzionarsi con i centri estivi, contribuendo finanziariamente al pagamento di una quota della retta. Gli orari di apertura dovrebbero avere una certa flessibilità, per conciliarsi con la turnistica ospedaliera.
-Che nelle città dove sono già previsti centri estivi, venga attivata una convenzione delle ASL/AO con gli stessi, in modo che sia previsto un contributo economico oltrechè la priorità di iscrizione per i figli dei dipendenti delle ASL/AO.
– Che venga aperto un Tavolo di Confronto con le Organizzazioni Sindacali per valutare le possibili soluzioni che consentano di affrontare il problema della conciliazione famiglia–lavoro per i sanitari da mesi impegnati nella battaglia contro il COVID.
Troppe colleghe sono arrivate a pensare al licenziamento per gestire la famiglia: non è accettabile, per questo chiediamo che la Regione si attivi per dare massimo supporto a chi ha lavorato con spirito di servizio ed abnegazioni durante la pandemia. “
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