CANAVESE – Coro unanime per dire basta all’allarmismo generato dall’emergenza coronavirus, per chiedere al Governo e alla Regione soluzioni concrete per le aziende del settore e per lanciare un messaggio di rilancio di un territorio che non vuole lasciarsi sopraffare dal panico irrazionale che il virus ha generato.
Un “no” compatto soprattutto per quanto riguarda i versamenti dei contributi, imposte e rate dei mutui che le aziende intendono sospendere non solo a marzo e aprile, ma fino al rientro dell’emergenza.
Il panico da coronavirus sta causando una crisi senza precedenti per il turismo ed il commercio in Canavese: le aziende del settore, unite in una sola voce, dichiarano che non intendono assolutamente farsi fermare dal virus e lanciano il segnale di un territorio vivo che reagisce con orgoglio e determinazione alla crisi causata dall’epidemia.
Se è vero che il danno dell’effetto coronavirus coinvolge tutta l’Italia e il suo settore turistico, bisogna evidenziare che turismo in Canavese è un settore relativamente nuovo, che ha radici ancora molto giovani e che rischia di venire irrimediabilmente danneggiato da questa gelata improvvisa; in questo contesto le molte imprese del turismo e del commercio che operano in Canavese rischiano di chiudere o fallire in poche settimane.
Sarebbe un vero peccato, perché l’accoglienza turistica è un settore in pieno sviluppo che stava incominciando a vedere risultati soddisfacenti. Fino a febbraio di quest’anno il turismo in Canavese registrava un trend positivo, con valori in aumento sia per la presenza di turisti italiani sia di turisti stranieri. Dati incoraggianti che dimostravano quanto il Canavese sia un luogo che presenta potenzialità che vanno ben oltre quelle prettamente industriali.
“L’interruzione dello Storico Carnevale di Ivrea, – dichiara Confindustria Canavese – l’annullamento delle gite scolastiche e, soprattutto, a causa dell’impatto devastante causato dall’errata percezione della gravità della situazione nel nostro Paese, tutte le aziende del settore hanno registrato disdette e cancellazioni sia di turisti sia della clientela business, drastici cali negli acquisti; la situazione è quindi drasticamente peggiorata. Numeri alla mano parliamo, per il solo mese di marzo, già di decine di migliaia di euro persi per ogni singola azienda che si occupa di ricettività, ristorazione, commercio, eventi, visite e viaggi turistici; questi numeri sommati diventano una cifra significativa per l’intero Canavese, calcolabile in circa 10 milioni di euro. ”
“Riteniamo fondamentale e doveroso che Comuni, Città Metropolitana di Torino e Regione lavorino in maniera coordinata al fine di adottare le misure necessarie per arginare l’onda causata dagli effetti collaterali generati dall’allarme coronavirus e lavorino uniti per presentare al mondo l’immagine di un territorio pulito, sano, dove il tema della sicurezza sanitaria è considerato assolutamente prioritario e dove si è in grado di governare e non di subire il diffondersi del virus”, dichiara Riccardo Condorelli, presidente del Gruppo Turismo Cultura e Sport di Confindustria Canavese.
È importante comunicare che nei nostri Comuni non ci sono persone in quarantena, che non si è registrato alcun caso di persone infettate dal virus, che si può circolare liberamente, che non esistono zone a rischio e che i nostri servizi sanitari sono prepararti al meglio a gestire un’eventuale situazione di criticità”, aggiunge Luisa Marchelli, presidente Ascom di Ivrea e Canavese.
Dice Giancarlo Banchieri, presidente provinciale di Confesercenti “Ci aspettiamo dalle istituzioni locali e nazionali misure strutturali, incisive e straordinarie come straordinaria è l’emergenza che rischia di mettere in ginocchio negozi, mercati e pubblici esercizi: piccole e piccolissime imprese che nell’immediato devono fare i conti con la crisi di liquidità dovuta alla contrazione dei consumi che si sta registrando in questi giorni. Dunque, gli interventi devono essere immediati, pena la sopravvivenza stessa di tante aziende. Mai come ora – conclude – è necessario che tutti facciano la propria parte affinché l’emergenza sanitaria non si trasformi in emergenza economica”.
Le aziende canavesane apprezzano le misure salva-turismo appena varate dal governo, ma sono tutte concordi nel ritenere che non siano sufficienti per arginare la situazione che si è venuta a creare e chiedono molto di più. In particolare, considerano la sospensione fino al 30 aprile dei versamenti dei contributi previdenziali e delle ritenute fiscali assolutamente insoddisfacente e, pertanto, fanno muro compatto e annunciano di non intendere sostenere tali pagamenti e quelli delle rate dei mutui per i prossimi mesi.
Le aziende del Gruppo Turismo, Cultura e Sport di Confindustria Canavese chiedono al mondo politico: una gestione della comunicazione relativa all’emergenza con toni meno allarmistici e che metta in risalto le reali condizioni di sicurezza del Paese; un piano per il rilancio del settore che tenga conto anche e soprattutto di territori più piccoli come il Canavese; misure fiscali che non si limitino al breve periodo, ma molto più ampie e che prevedano altresì risarcimenti per i danni subiti.
Il Canavese turistico e del commercio intende fermare la crisi causata dall’epidemia anche attraverso una campagna promozionale che permetta di fare comprendere sia in Italia sia all’estero che il nostro non è un territorio “malato” bensì un luogo fantastico, sicuro e degno di essere visitato anche adesso. Per questo le imprese sono già al lavoro per diffondere attraverso tutti i canali possibili informazioni circa l’apertura totale del Canavese pronto ad accogliere in piena sicurezza i turisti e ad accompagnarli senza che corrano alcun pericolo alla scoperta di una terra unica e meravigliosa.
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