FELETTO – Torna con al famiglia Riccardi, “Arte in Comune” alla sua seconda edizione

L'inaugurazione si terrà sabato 22 aprile alle 17, presso la Sala Consiliare del Municipio di Feletto

 

FELETTO – Dopo quattro mesi dalla prima edizione, il 22 aprile alle 17, presso la Sala Consiliare del Municipio di Feletto sarà inaugurata la seconda edizione di Arte in Comune, un progetto promosso dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Feletto, con l’obiettivo di offrire uno spazio espositivo e promuovere l’arte prodotta in Canavese.

Al fine di stimolare la conoscenza della cittadinanza Felettese verso la creatività degli artisti del territorio, è stata coinvolta per questa edizione la Famiglia Riccardi con la mostra “La creatività nell’arte antica” in cui Gian Piero e i figli Francesco e Margherita esporranno quadri realizzati con pagliuzze d’oro pescate nel torrente Orco, acquerelli con colori ricavati dalle pietre dello stesso e dipinti ad affresco.

La mostra avrà luogo nel Salone Consiliare del Comune di Feletto da Lunedì a Venerdì dalle 15.00 alle 18.00 e Sabato e Domenica dalle 10.00 alle 12.30 e dalle 15.00 alle 18.00.

Gian Piero Riccardi e i figli Francesco e Margherita, nativi di Rivarolo Canavese, rivelano caratteristiche comuni: la creatività, il recupero di antiche tecniche e la valorizzazione del territorio.

Gian Piero Riccardi, che ha dedicato quasi quarant’anni alla ricerca dell’oro, così racconta: “Iniziai la ricerca per caso, dopo la grande piena del 1978. Tutto, per me inesperto, sembrava quasi impossibile, ma ho avuto la fortuna di trovare nel signor Tino Castagna di Feletto un maestro impareggiabile che m’insegnò tutte le malizie del mestiere. Negli anni a seguire creai delle composizioni con le pagliuzze d’oro. Ottenni grande soddisfazione nel rendere partecipi amici e alunni delle scuole locali, ma la più grande, quando mi trovo al fiume, è quella di sentirmi un uomo libero, amante della natura, nel rispetto delle regole, e poter rendere felici tutti coloro che vogliono cominciare questa avventura”.

Francesco Riccardi, durante le sue passeggiate lungo il torrente, incuriosito dalla stragrande varietà

multicolore degli inerti presenti sul greto dell’Orco, ne recupera alcuni campioni di piccole dimensioni da frantumare a martello e affinare manualmente a mortaio. Così, ottenendo fini polveri di pietra da passare ulteriormente al vaglio di una sottile rete metallica, ne ricava molteplici pigmenti minerali dalle tonalità più svariate. Ripete così una semplice operazione risalente a un antico passato che storicamente si perde nella notte dei tempi, agli albori della civiltà o forse ancor prima. La bellezza di questi colori, piuttosto tenui e che ricordano facilmente le comuni tinte pastello, evidenzia fortemente la loro intrinseca naturalezza nel momento di acquerellarli su base cartacea, dipingendo con la soddisfazione d’aver trovato, grazie al fiume, un nuovo ed ulteriore buon passatempo.

Margherita, restauratrice dal 1991 e pittrice fin dalla tenera età, varca il confine canavesano per apprendere l’antica e nobile arte dell’affresco, presso la gloriosa scuola veneziana di San Servolo.

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Conoscere la metodologia e analizzare la materia di cui è fatta l’opera d’arte, non solo aiuta l’intervento conservativo, ma costituisce un bagaglio culturale da trasmettere ai posteri perché il nostro patrimonio nazionale non vada perduto. Per queste ragioni, collabora da alcuni anni con alcuni licei artistici, in particolare con il Felice Faccio di Castellamonte e il Martinetti di Caluso.

Tramandare gli antichi saperi è un dovere verso le nuove generazioni poiché lì possono trovare origine e ispirazione.

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