venerdì 16 Maggio 2025
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MORETTA – Maltrattava e violentava la moglie, marocchino arrestato dai Carabinieri

MORETTA (CN) – A maggio del 2012 si presentò presso la caserma dei carabinieri a Moretta (CN) una donna 38enne marocchina che, emotivamente molto provata, chiese aiuto e finalmente, dopo anni di violenza ed abusi di vario tipo, trovò il coraggio di denunciare il marito “padrone” D.B., 37enne disoccupato marocchino.

La donna raccontò di avere conosciuto, quello che sarebbe poi diventato in realtà il suo aguzzino, nel 2008 tramite un suo parente durante un viaggio nel suo paese d’origine e di averlo successivamente sposato. Dopo il matrimonio l’uomo ottenne un regolare permesso di soggiorno e, una volta giunto in Italia, mostrava la sua vera indole aggressiva picchiando e ingiuriando continuamente la moglie costringendola a lavorare per mantenere tutta la famiglia, visto che lui era disoccupato e tale voleva rimanere.

Alle continue aggressioni, sia verbali che fisiche, si aggiungeva l’umiliazione di consumare rapporti sessuali con l’uomo molto spesso contro la propria volontà e sotto minaccia.

Una volta ricevuta la denuncia i militari mettevano la donna in contatto con i centri antiviolenza della zona ed il marito si allontanava, temporaneamente prima e definitivamente dopo qualche tempo, trasferendosi in un’altra regione.

Le successive indagini, condotte dai militari della Stazione di Moretta, facevano emergere uno spaccato di vita familiare fatto di continui abusi, violenze e sopraffazioni di ogni genere. La donna inoltre, per ben tre volte, aveva abortito dopo essere stata violentata non avendo intenzione di avere dei figli frutto della violenza ad opera dell’uomo dal quale si è poi separata.

L’iter giudiziario conseguente è poi culminato, di recente, con la sentenza definiva di condanna per i reati di maltrattamenti in famiglia, minacce, violenza privata e violenza sessuale ed il marocchino violento, colpito da un ordine di carcerazione emesso nei suoi confronti dalla Procura della repubblica di Cuneo, dovrà ora scontare una condanna definitiva a cinque anni e nove mesi di reclusione nel carcere di Cuneo, dov’è stato tradotto dai carabinieri dopo il suo arresto.

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