VALPERGA – Una nuova tendenza prende piede in paese: intercettare le conversazioni telefoniche. Non sembrano invece mai passare di moda i Consigli comunali trasformati in “guerriglia politica”.
E’ cosi è accaduto anche nell’adunata di martedì 15 novembre caratterizzata da liti e scontri incoraggiati anche da ordini del giorno che sembrano essere volti all’autolesionismo. Infatti tra i primi punti in discussione vi era l’accorpamento al demanio comunale della strada che porta ai Trucchi, privata ma utilizzata ad uso pubblico ininterrottamente da 20 anni. La richiesta (che risale al dicembre 2011 ben prima che Gabriele Francisca diventasse sindaco) è giunta da alcuni residenti, tra cui lo stesso primo cittadino valperghese.
Interessato dalla questione Francisca lascia il suo scranno e non partecipa alla discussione ma, com’era prevedibile, le opposizioni colgono la palla al balzo per accusare la maggioranza dell’ennesimo conflitto di interesse, non ravvisando l’interesse pubblico in tale atto. Giuliano Arimondo apre le sue rimostranze con un aneddoto napoleonico: “Quando Napoleone fuggì dall’isola d’Elba le truppe lealiste a re Luigi che dovevano contrastarlo passavano invece fra le sue fila, Napoleone scrisse al re di non inviargli più truppe perchè ne aveva già abbastanza. Ecco, facendo un parallelo vi chiedo di smetterla di farci votare delibere che sono nulle, passibili di invio alla corte dei conti. Ne abbiamo già fin troppe. Siamo di fronte ad un evidente conflitto di interessi”. Gli fa eco Davide Brunasso: “Non nascondiamoci dietro un dito, la strada è quella che conduce a casa del sindaco”. La replica della maggioranza tocca al consigliere Enzo Scamarcia: “Non facciamo favori a nessuno, vogliamo solo fare atti di utilità pubblica a tutti i cittadini”.
Francisca torna a sedersi al suo posto e si discute la mozione della maggioranza in merito al lodo Asa in cui il sindaco chiede al Consiglio il mandato per aderire alla proposta transativa formulata dal commissario Ambrosini e che al Comune costerà circa 420.000 euro. Prima però Francisca ricorda a Brunasso come anni addietro avesse già lanciato il grido d’allarme in merito allo stato di salute del consorzio rifiuti: “Il sottoscritto con il suo gruppo di minoranza in prossimità del disastro dell’Asa, quando il sindaco era Brunasso, aveva redatto un manifesto pubblico dal titolo Emergenza Rifiuti in cui si chiedeva la convocazione di un Consiglio comunale aperto (mai concesso) per affrontare il problema. Brunasso dapprima sembra accusare il colpo ma poi passa al contrattacco: “Proposi di creare una “due diligence” del consorzio Asa ma venni tacciato di americanismo. State cercando di ribaltare questo discorso solo per uscire dall’angolo in cui siete finiti”.
Per Arimondo invece esistono i presupposti per impugnare il provvedimento: “In primo luogo per la composizione del collegio arbitrale giudicante. Arbitro del Consorzio Asa scelto da Ambrosini è il professor Di Chio di fatto procuratore di Unicredit, “insinuata” nel fallimento Asa per 8 milioni”.
Aspiranti agenti della Stasi sembrano aggirarsi per Valperga: infatti dopo la telefonata intercettata a Sandretto, un’altra conversazione è stata registrata e consegnata anonimamente alle minoranze. Bollata come pettegolezzo da cortile da Francisca, nell’intercettazione un assessore esprimerebbe le sue perplessità sulla gestione contabile della giunta, affidata fino a dicembre ad uno studio di Biella. L’intero contenuto della telefonata sarà tuttavia valutato dalla magistratura, in quanto Primavera a Valperga e Impegno Civico annunciano denuncia alla procura.
Il bollettino del Consiglio è il seguente: una sospensione, due annunci di denunce, innumerevoli scontri e frecciate ma anche una nota poetica. Quando Arimondo chiede al sindaco se si sono prese cautele per evitare altri contenziosi in merito all’accumulo di fogliame degli alberi del parco giochi nella proprietà di un privato, il consigliere di Impegno Civico declama alcuni versi a tema dedicati al consigliere delegato all’ambiente Monica Vallero. E quando tutti si aspettano le inflazionatissime foglie di ungarettiana memoria, Arimondo vira invece su Prévert: Le foglie morte cadono a mucchi/ come i ricordi e i rimpianti/ e il vento del nord le porta via/ nella fredda notte dell’oblio.
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