CANAVESE – “Abbiamo trasmesso via mail la petizione lo scorso 18 gennaio, al Presidente e all’Assessore alla Salute della Regione Piemonte, nonché ai Sindaci di Ivrea e Bollengo, ma tutt’oggi non abbiamo ricevuto nessun tipo di riscontro e preoccupati del silenzio delle Istituzioni”
Scrive così in una nota l’Associazione Nazionale Emodializzati Dialisi e Trapianto Onlus (Aned), in merito alla petizione dei malati nefropatici e dializzati in cura presso il centro di Nefrologia e Dialisi di Ivrea e dell’ associazione Aned Piemonte, per il declassamento della struttura da complessa a semplice.
La petizione è stata inviata all’attenzione del Presidente della Regione Sergio Chiamparino, all’Assessore alla Sanità Antonio Saitta, al Sindaco di ivrea Carlo Della Pepa ed al sindaco di Bollengo Luigi Ricca
“Il nostro obiettivo – dichiarano dall’Aned – è tranquillizzare malati e familiari sulla situazione attuale e chiarire in modo esaustivo se ci sono margini per cui la struttura in oggetto mantenga le attuali potenzialità nella cura e prevenzione dei nostri malati nefropatici e possibilmente di tutte le strutture ad esse collegate affinché non possano ripetersi, come già visto presso altri centri che hanno subito situazioni analoghe.”
Il testo della petizione, che riporta oltre 1.200 firme, recita “Appresa la notizia dell’ingiustificabile declassamento della Nefrologia dell’Ospedale di Ivrea operato dall’Atto Aziendale dell’Asl To4 e dopo l’incontro avvenuto prima con il Dott. Ardissone (Direttore Generale Asl To4) e in seguito con il Dott. Saitta e il Dott. Moirano (Rispettivamente Assessore Regionale alla Sanità Piemonte e direttore Generale Sanità Piemonte) senza ottenere alcun ripensamento sulle decisioni assunte, con conseguente recente approvazione dell’Atto Aziendale stesso senza sostanziali variazioni in merito da parte della Regione, esprime la propria contrarietà a detto progetto che coinvolge attuali e futuri pazienti e che rappresenta una forte preoccupazione per la possibile futura mancanza di servizi ora forniti o accorpamenti e possibili ulteriori penalizzazioni negli spostamenti dei malati con complicanze in altre strutture per ricevere le cure adeguate.
Sulla base delle esperienze già maturate in altre realtà territoriali dove sono già stati realizzati simili accorpamenti, chiedono alle autorità locali di farsi portavoce del malcontento e delle fondate preoccupazioni in merito non solo dei nefropatici dell’eporediese ma di tutta la comunità Piemonte dei malati.”
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