TORINO – Ancora incidenti al CPR di Torino, altri 11 feriti tra le forze dell’ordine.
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“Non passa giorno senza che si verifichino proteste, incendi di materassi, danneggiamenti e sommosse che sfociano, come accaduto questa notte, in vere e proprie rivolte che hanno provocato il ferimento di ben 11 feriti tra poliziotti e militari – dichiara Pietro Di Lorenzo, Segretario Generale Provinciale del SIAP, sindacato della Polizia di Stato – Nonostante le nostre denunce ed appelli il tema della situazione esplosiva all’interno del CPR di Torino non viene ancora adeguatamente affrontato”
“Alla base delle continue tensioni c’è la tipologia stessa degli ospiti, pregiudicati, per reati gravissimi nei cui confronti sono in atto le procedure per l’espulsione ed il dichiarato scopo, progettato e organizzato dalla galassia anarchica, di distruggere la struttura per guadagnare la liberazione ha reso il servizio presso il CPR tra i più pericolosi per il personale di Polizia”.
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“ L’unica immediata misura presa nei mesi scorsi è quella di aver incrementato il personale del Reparto Mobile, ormai presente in tutte le fasce orarie, ma non è certamente questa la soluzione. Gli operatori del Reparto sono professionisti ed il loro costante impiego significa che si individua nel CPR un costante pericolo per il mantenimento dell’ordine pubblico senza incidere sulle cause della minaccia. La loro presenza rassicura il resto degli operatori di Polizia del Centro ma le modalità operative devono essere commisurate alla gravità della situazione che mette in pericolo la loro sicurezza, 11 feriti in una sola volta rappresentano un limite che è stato abbondantemente superato”
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“ Non è più tempo di dichiarazioni d’intenti e delle denunce fine a se stesse, la politica tutta ed il Ministero dell’Interno devono assumere decisioni non più rinviabili: è necessario rivedere urgentemente le regole d’ingaggio, le norme che disciplinano la permanenza dei trattenuti presso il CPR e incidere profondamente con investimenti, anche economici, per accelerare i tempi di identificazione, delle procedure di espulsione e finanche dell’espulsione stessa giacché è insufficiente anche il numero di poliziotti in possesso della specifica abilitazione per l’accompagnamento coatto all’estero ”
“Siamo stanchi – conclude Di Lorenzo – di vedere allungare la lista dei colleghi feriti in un servizio che, ormai da oltre un anno, è diventato più pericoloso di quello allo stadio, nelle manifestazioni ed anche al cantiere della Tav”
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