RIVAROLO CANAVESE – Chiude la Salumeria Battuello: la città perde un pezzo di storia

RIVAROLO CANAVESE – La Salumeria Battuello, situata in via Domenico Viano a Rivarolo Canavese, chiude i battenti. Rivarolo perde così, a fine 2024, un pezzo di storia: l’attività ha sempre avuto una larga clientela che ha sempre amato e apprezzato i suoi prodotti.

Un negozio storico della città, tramandato di generazione in generazione, con due punti di forza: l’ottima accoglienza al cliente e la qualità dei prodotti.

La Salumeria Battuello nacque nel 1928 da Luigi Battuello, che, in quell’anno, sposò Secondina Giordano, già contitolare dell’Albergo Torino (oggi attuale Caffè Torino), insieme alle sue sorelle e fratello Francesco Giordano.

Dalla loro unione nacquero Maria Teresa, Matteo, Domenica e Giovanna. Matteo continuò l’attività alla Salumeria coadiuvato dalle sue sorelle, in modo particolare da Maria Teresa sempre presente in negozio. Matteo nel 1958 sposò Lucia Rostagno sorella dell’ex Sindaco Domenico Rostagno. Anche lei dedicò la sua vita alla bottega. Dalla loro unione nacquero Luisa e Antonio.

Antonio con l’aiuto di sua moglie Carmen ha continuato l’attività fino ad oggi sempre affiancato dalla mamma Lucia, oggi novantenne, ma pur sempre attivissima.

Purtroppo anche le storie più belle a volte finiscono, e il 31 dicembre 2024, anche la storia della Salumeria Battuello si chiuderà qui, ma resterà sempre nella memoria storica della città.

Pubblichiamo la lettera di Chiara Rea, nipote di Antonio e Carmen, che a lavorato in Salumeria per tre anni:

“Voglio raccontare una storia …
La storia della Salumeria Battuello, o meglio la storia di me in questa salumeria.
Questo sarà l’ultimo Dicembre, l’ultimo Natale, perché si il 31 Dicembre si abbasseranno le serrande per sempre.
Mi sento di dover dire grazie ai miei Zii Carmen e Antonio Battuello, ma in primis ai Nonni Lucia e Matteo che sin da quando ero una bimba mi hanno fatta entrare in questo storico negozio di Rivarolo Canavese.
Nonno Matteo mi faceva impacchettare gli agnolotti, e mi ha insegnato che esiste solo una regola “mettere tanto semolino” guai se si attaccavano tra di loro, e guai se con i miei cugini Matteo e Michela facevamo male i conti, il tempo era scandito tra dozzine prenotate e non.
Nonna Lucia mi ha insegnato che con la fretta non si risolve niente, quindi anche se il negozio era gremito di gente avrebbero aspettato ma noi “bimbi” in magazzino dovevamo fare bene il nostro compito.
Una volta diplomata ho iniziato a lavorare tutto l’anno in negozio e ho scoperto tutti i segreti e i sacrifici che i miei zii hanno fatto negli anni per portare avanti questo posto.
Mio zio mi ha insegnato cosa vuol dire lavorare con cura e sacrificio ogni giorno, mi ha insegnato cosa vuol dire creare con le proprie mani un prodotto di altissima qualità e andarne fiera.
Mia zia mi ha spronata a fare sempre di più e sempre meglio e a sapere sorridere sempre con i clienti, anche se si è stanchi e con pochissime ore di sonno.
Questo posto per me è tradizione e famiglia.
Ogni cliente, ogni persona che ha varcato quella porta non potrà dimenticare l’inconfondibile profumo, il salame caldo, il salame della rosa, il Salam patata o un buon cacciatorino, gli agnolotti e tanto altro. Non dimenticherò mai la prima volta che in negozio guardando la folla di clienti chiesi per la prima volta “ Chi posso servire ?””