CANAVESE – Nuova impresa in bici: percorsi 1200 chilometri da Canterbury a Ivrea

Protagonisti di tale viaggio di circa 1200 chilometri, con quasi 11 mila metri di dislivello, sono stati i pontesi Martino Serena e Silvio Boggio, il rivarolese Rossano Massa e il salassese Luigino Roncaglione

CANAVESE – Un anno fa, nel 2023, quattro amici con la passione per la bicicletta completarono una piccola grande impresa, pedalando da Ivrea a Roma, lungo quella che è la Via Francigena italiana.

Ebbene a distanza di 12 mesi, quel quartetto canavesano amante delle due ruote ha condotto in porto un’altra splendida avventura, viaggiando in sella ai propria mezzi da Canterbury sino a Ivrea, per poi salutarsi sotto la torre di Salassa.

Protagonisti di tale viaggio di circa 1200 chilometri, con quasi 11 mila metri di dislivello, sono stati i pontesi Martino Serena e Silvio Boggio, il rivarolese Rossano Massa e il salassese Luigino Roncaglione.

“Dopo quanto fatto nel 2023 – raccontano i quattro ciclisti del nostro territorio – nei mesi scorsi ci siamo “studiati” un nuovo percorso e così abbiamo deciso di affrontare un altro pezzo di quella che è la Via Francigena, da anni percorsa da milioni di pellegrini. Dopo attenta preparazione abbiamo, quindi, scelto di partire da Canterbury ed arrivare sino ad Ivrea, vivendo un’avventura in amicizia, alla scoperta di posti meravigliosi”.

I nostri, grazie alla disponibilità dell’amico Edoardo Fedre della Ciclofficina di Cuorgnè, in furgone hanno percorso la distanza che porta sino a Calais. Qui, grazie ad un traghetto sono arrivati a Dover, da dove il viaggio in bici è iniziato. “Il 19 agosto 2024 abbiamo pedalato da Dover sino a Canterbury, attraversando le splendide campagne del Kent. Arrivati a destinazione, dopo un giro e le foto di rito abbiamo ripreso la strada per Dover, ci siamo imbarcati di nuovo e così il giorno successivo, dalla Francia, abbiamo iniziato la fase di ritorno verso casa”.

Undici i giorni totali dell’esperienza che i nostri hanno vissuto, dormendo nei luoghi legati al pellegrinaggio, vedendo paesi, campagne e zone davvero cariche di fascino, gustando i piatti della tradizione locale, oltre ad incontrare tantissime persone meravigliose.

“Va detto che abbiamo conosciuto tanta gente che ci ha dato sostegno, aiutato quando avevamo bisogno ed alla fine questo è servito a rendere la nostra traversata ancora più bella e carica di entusiasmo”.

Arras, il canale della Marna, Laon, Chalons en Champagne, Gray, Portalier, ma anche Besancon, Losanna, Montreaux, Nus: sono solo alcune delle zone e delle città che Silvio, Martino, Luigino e Rossano hanno avuto modo di attraversare o visitare, toccando alla fine la bellezza di quattro Nazioni (Inghilterra, Francia, Svizzera e Italia).

“Il meteo è stato dalla nostra parte – aggiungono – visto che tolto un giorno per il resto la pioggia non ci ha mai infastidito. A parte qualche foratura ed un raggio rotto, anche a livello meccanico il viaggio, che consisteva in tratte tra i 90 ed i 130 chilometri giornalieri, è andato bene. Quando siamo arrivati ad Ivrea, e successivamente a Salassa, nonostante il peso di questi 1200 chilometri ci siamo resi conto di aver vissuto un’esperienza straordinaria, che consigliamo di provare”.

Amicizia, passione e voglia di conoscere il mondo che ci circonda: sono solo alcune delle note positive che hanno caratterizzato tale uscita. Che, a quanto pare, avrà un “seguito”: “Diciamo che per completare la Via Francigena ci manca il tratto che da Roma porta a Santa Maria di Leuca…ed è quello che vogliamo studiarci per il 2025. Con oltre 2000 chilometri percorsi, ed aver affrontato più di 20 mila metri di dislivello, ci è venuta voglia di non fermarci – concludono i quattro canavesani, che ricordiamo, sono tesserati per il team Sutalatur di Salassa.

“Vorremmo sottolineare come lungo il nostro viaggio abbiamo constatato un grande rispetto per i ciclisti, che in Europa esistono strade e ciclabili bellissime, dove chi ama le due ruote può vivere le proprie avventure in sicurezza. Questo non può che far venir voglia di inforcare la bici e divertirsi, come abbiamo fatto noi”.

Infine i ringraziamenti: “Alle nostre famiglie, che come sempre ci supportano, all’amico Edo che ci ha portato sino a Calais e che si è dimostrato ai dir poco eccezionale, ma anche a tutte le persone incontrare, le quali ci hanno regalato gentilezza e cortesia, accogliendoci benissimo”.

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