lunedì 13 Gennaio 2025
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CANAVESE – Nursind: “Servizio mensa Asl To4, situazione inaccettabile per dipendenti e pazienti”

Il Sindacato ha effettuato un sondaggio tra i dipendenti

CANAVESE – Dopo numerose segnalazioni e testimonianze preoccupanti da parte del personale relative al servizio, il Sindacato Nursind, ha deciso di promuovere un sondaggio tra i dipendenti.

“Il 90% dei 500 dipendenti intervistati che usufruisce della mensa o del pasto in reparto,
ha letteralmente bocciato il servizio. Il 74% ritiene la qualità del cibo scarsa, il 22% mediocre, e solo un 3% buona. Percentuali simili anche per la quantità delle porzioni, dove il 60% la valuta scarsa.
La qualità del servizio mensa – dichiara Giuseppe Summa- è peggiorata notevolmente nell’ultimo periodo e circa il 77% dei dipendenti intervistati, ha dichiarato che ciò è avvenuto dopo il periodo pandemico. Come Nursind abbiamo iniziato ad inviare i primi segnali di allarme all’Azienda già nel 2022, ma la situazione è ormai diventata inaccettabile sia per i dipendenti che per gli stessi utenti ricoverati. Addirittura il 50% del personale intervistato ha dichiarato che preferisce portarsi il cibo da casa a proprie spese e il 90% preferirebbe usufruire del buono pasto in sostituzione al servizio mensa. Proprio in una recente riunione sindacale, assieme alle altre organizzazioni abbiamo chiesto di convocare urgentemente una commissione mensa bilaterale, che veda la partecipazione anche dei Responsabili della Ditta. In passato era uno strumento molto utilizzato e vedeva il coinvolgimento anche del Tribunale dei diritti del malato.”
E aggiunge: “D’altronde lo stesso servizio offerto ai dipendenti, è rivolto anche ai pazienti e quindi le criticità segnalate dagli operatori, sono spesso le stesse. Pasta completamente cruda oppure scotta, riso in bianco completamente incollato, patate crude, pesce stopposo e poco gustoso, spezzatino bruciato o carne durissima.. In alcuni casi ci sono stati addirittura segnalati cibi deteriorati. (budino con muffa e banana completamente nera). Per non parlare delle criticità in caso di patologie o intolleranze, dove non si parla solo di un problema di gusto, ma di rischio per la salute. Una dipendente affetta da favismo, ha dovuto rinunciare alla mensa.
Per i celiaci per esempio, la pasta viene prodotta con diversi giorni di anticipo. Il cibo ha un’importanza enorme sul benessere della persona in generale e nel caso dei pazienti, risulta fondamentale.
Incide sul benessere o malessere degli stessi, che se ben alimentati possono ridurre i tempi di degenza e tornare più in fretta alla loro vita.
Investire su una nuova strategia per migliorare questo aspetto non è solo auspicabile, ma necessario.”


“Stesso discorso – conclude Summa – vale ovviamente anche per i dipendenti che passano più della metà dell’anno all’interno del luogo di lavoro e che consumano numerosi pasti.
L’ospedale dovrebbe essere il primo luogo ad avere una responsabilità educativa verso uno stile di vita e un’alimentazione più sana nel quotidiano. Auspichiamo pertanto che la Direzione intervenga urgentemente, senza dimenticare che persistono ancora numerosi disagi, anche per i dipendenti fruitori dei buoni pasto.”

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