POLITICA – “Introduzione dell’elezione popolare diretta del Presidente del Consiglio dei Ministri e razionalizzazione del rapporto di fiducia”. E’ questo il titolo del disegno di legge sul premierato approvato dal Consiglio dei Ministri così, dopo oltre 40 anni di dibattiti, riforme più o meno mancate, la riforma costituzionale torna a far parlare di sé.
La Premier Giorgia Meloni ha presentato proprio oggi, venerdì 3 novembre 2023, il disegno di legge dopo l’ok all’unanimità dei CDM entrando nel dettaglio del testo di legge, spiegando che il premier può essere sostituito solo da un parlamentare, dicendo così la parola fine ai governi tecnici. La Meloni ha inoltre assicurato che il ruolo del Presidente della Repubblica, che è di assoluta garanzia, non sarà minimamente toccato nelle competenze. La riforma garantisce due obiettivi che dall’inizio il governo si era impegnato a realizzare: da una parte il diritto di far decidere direttamente ai cittadini da chi farsi governare e, dall’altra quella di garantire che governi chi è stato scelto dal popolo” con “stabilità”.
“Confido in un consenso ampio in Parlamento e, se così non dovesse essere, chiederemo agli italiani che cosa ne pensano con un referendum. Il testo raccoglie i suggerimenti raccolti durante il confronto sia con la maggioranza sia con l’opposizione, sia con la società civile” ha dichiarato la Meloni in conferenza stampa. “Negli ultimi 75 anni di storia Repubblicana abbiamo avuto 68 governi con una vita media di un anno e mezzo – ha continuato la Premier – Questa è la madre di tutte le riforme che si possono fare in Italia perché se facciamo un passo indietro e guardiamo agli ultimi 20 anni abbiamo avuto 12 presidenti del Consiglio”.
Inoltre, secondo Giorgia Meloni, l’assenza di stabilità ha “creato un problema di credibilità internazionale”, e anche per questo la riforma è utile in chiave internazionale per offrire ai partner sempre gli stessi interlocutori e per garantire maggiori certezze anche ai mercati. Per quanto riguarda il meccanismo previsto dalla riforma, si prevede che il premier possa essere “sostituito solo da un parlamentare”, evitando così governi tecnici e maggioranze alternative, considerando che il parlamentare – spiega ancora Meloni – deve essere di maggioranza e deve rispettare il programma per cui il premier è stato eletto.
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