TORINO – “Quello del malfunzionamento del carcere in Italia si appresta a diventare l’esempio più eclatante delle molteplici contraddizioni, a discapito dei più deboli, che contraddistinguono la pubblica amministrazione” a dichiararlo in una nota à Leo Beneduci Segretario Generale OSAPP, Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria -.
“Mentre – prosegue il sindacalista – una detenuta nigeriana di 42 anni sarebbe morta di fame e di sete nel Carcere di Torino, risultano in piena ripresa le inchieste a vari livelli sulla qualità e sulle quantità nonché sui relativi appalti per i generi alimentari somministrati negli istituti penitenziari ai ristretti e al personale a significare, tra l’altro che in ambito penitenziario continua a “piovere sul bagnato” e le disgrazie riguardano assai spesso chi la detenzione la subisce e chi provvede che la pena sia eseguita nel rispetto della legge”.
“In tale marasma, peraltro – conclude Beneduci – l’assenza più inaccettabile è quella dell’amministrazione penitenziaria ovvero l’ente super partes dello stato che dovrebbe provvedere che le carceri funzionino con regolarità e, in quanto a risultati, in maniere efficiente e funzionale a beneficio della collettività ed è proprio in ragione dell’evidente disastro che come sindacato della Polizia Penitenziaria stiamo chiedendo a gran voce alla maggioranza di governo il commissariamento delle carceri e l’avvicendamento degli attuali vertici”.
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