MAPPANO – Il caso più eclatante è stato immortalato nel film “I laureati”. Pieraccioni e soci cenano un un ristorante, e poi convincono il cameriere che il conto lo avrebbe pagato chi di loro sarebbe arrivato ultimo nella corsa da fare davanti al locale. Il cameriere si offre di dare il via alla tenzone, e solo quando li vede scomparire tutti insieme dietro l’angolo, e non li vede già tornare, capisce di essere stato fregato.
Al ristorante “Sushi To” le cose non sono andate proprio così. Non ci sono state gare, non ci sono state corse, non ci sono stati camerieri a dare il via, ma il risultato è stato simile: i commensali di due dei tanti tavoli del locale, dopo aver lautamente mangiato, si sono diretti tranquillamente verso l’uscita, senza pagare il conto. I titolari se ne sono accorti solo a fine serata, quando hanno visto che i conti non tornavano. Con santa pazienza hanno ricostruito l’andamento della giornata e, grazie anche alle telecamere situate all’interno del ristorante, hanno estrapolato dai filmati le immagini dei clienti inadempienti, e le hanno pubblicate sulla pagina Facebook del ristorante, invitando le persone immortalate a farsi vive per saldare il conto.
E almeno in parte lo stratagemma ha funzionato. I clienti di uno dei due tavoli sono tornati “sul luogo del delitto”, pagando il dovuto, profondendosi in mille scuse e ascrivendo l’accaduto ad un banale errore: la signora che doveva pagare non l’aveva fatto, e nessuno di loro si era premurato di chiedere lumi. Comunque la situazione si è chiarita. Nessuna notizia, al momento, da parte dell’altro gruppo che ha pasteggiato gratis.
La pubblicazione delle foto su Facebook, oltre a far recuperare al locale metà dell’incasso indebitamente non corrisposto, ha avuto anche una seconda conseguenze: ha generato un ampio, e in molti tratti virulento, dibattito. Con parte degli utenti che si è scagliata contro il ristorante per la scelta fatta: una scelta vergognosa, per alcuni. Addirittura passibile di denuncia, per altri. Ma alla fine, la maggioranza ha preso le parti del locale, puntando il dito (virtualmente parlando) non solo contro chi ha mangiato senza pagare, ma anche nei confronti di chi in qualche modo ha difeso quel modo di comportarsi.
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