SAN MAURIZIO – “26.4 – La strada della libertà”, il docu film realizzato da Franco Brunetta ed incentrato sui giorni, convulsi ma esaltanti, del 25 e 26 aprile 1945, quando i partigiani, partiti dal Canavese, dalle Valli di Lanzo e da Corio per raggiungere Torino, contribuirono alla cacciata di fascisti e tedeschi, è stato ultimato nel 2020. Giusto il tempo di vincere un premio (il premio “25 aprile” alla 17esima edizione del Concorso cinematografico nazionale “Filmare la storia” organizzato dall’Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza e sostenuto da Mibact – Direzione Cinema, Polo del ‘900 e Film Commission Torino Piemonte) e poco più, e poi l’avvento del Covid e addio proiezioni, addio dibattiti, addio incontri.
È servito un po’ di tempo prima che la situazione tornasse alla normalità, ma finalmente quel documentario è tornato a circolare. E quella andata in scena a Leini, in occasione delle celebrazioni del 25 aprile, (con proiezioni sia per i ragazzi della scuole, sia per la cittadinanza), organizzata dalla locale sezione dell’Anpi con il patrocinio del Comune, non è stata proprio una prima assoluta ma poco ci è mancato. La pellicola racconta, con la precisione storica che è propria di Brunetta, una pagina poco conosciuta della Resistenza sul nostro territorio ed è frutto di un lavoro di ricerca lungo e puntale: «Sono serviti parecchi mesi – commenta l’autore – dedicati a intervistare i testimoni, confrontare il loro ricordo con documenti dell’epoca, ricercare filmati e immagini d’archivio.
È il racconto di quando i partigiani scesero a liberare Torino, e la strada è quella percorsa da quei ragazzi per raggiungere il capoluogo. Un viaggio straordinario, poco conosciuto e raccontato dai protagonisti attraverso interviste, filmati, immagini e ricostruzioni sul luoghi che sono stati teatro di quell’impresa». Protagonisti del racconto non i capi partigiani, che in qualche modo attraverso interviste e pubblicazioni hanno avuto modo di raccontare la loro storia, ma le seconde linee. I ragazzi di allora il cui nome, e le cui dedizione al proprio Paese, probabilmente sarebbero caduti nell’oblio senza l’intervento di Brunetta che ha preso quei nomi, quei volti, quelle storie e ha dato loro l’immortalità di un filmato: «Accanto a figure note della Resistenza, come Nicola Grosa e Massimo Mila, compaiono nel mio lavoro anche volti meno conosciuti ma che diventano, però, i veri protagonisti – aggiunge – Come Cecilia Genisio, un’autentica eroina, e poi i partigiani Michele Nipote Fus, Alessio Pozzi, Francesco Perino e Agostino Tortello.
Sono i loro ricordi ad accompagnarci in questo viaggio, caratterizzato da imprevisti e improvvisazioni, pericoli mortali e gesti coraggiosi». L’opera è stata prodotta dall’associazione culturale per le arti visive “La bottega delle nuove forme”, con il sostegno del Comune di San Maurizio, della sezione Anpi “Giuseppe Ferrero” e della famiglia Tuscano, e con la collaborazione dell’Archivio Cinematografico della Resistenza e di Istoreto. Le riprese e il montaggio sono state curate da Davide Nepote Brandolin, mentre Agostino Biason, Alan Brunetta, Umberto De Marchi e Donatella Gugliermetti hanno realizzato le musiche originali.
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