VOLPIANO – Le balie e le colf. Le italiane che migravano all’estero in cerca di lavoro e fortuna, finendo per fare la balie nelle famiglie bene, e le straniere che in tempi più recenti sono arrivate in Italia per fare le colf, prima ancora che scoppiasse il boom delle badanti. Epoche diverse, destini simili, messi a confronto grazie alla mostra allestita dal Gruppo Donne in occasione delle celebrazioni dell’8 marzo. «Sono emersi particolari curiosi da questa esposizione – commentano dal gruppo – Per esempio che le donne che lasciavano il Friuli in cerca di lavoro raggiungevano l’Austria, o la Svizzera, e quella che partivano dal Piemonte prevalentemente la Francia. E dalla Calabria le donne costrette ad emigrare erano solite raggiungere l’Egitto, e trovare lavoro lì». In pratica l’esatto contrario di quanto avviene oggi, quando dall’Africa si cerca una nuova vita in Italia, a volte perdendola sulle coste di quella stessa Calabria.
La mostra ha esaminato le due situazioni da punti di vista diversi: le modalità per trovare lavoro, l’istruzione delle donne che lasciavano la propria terra, i matrimoni misti, la religione, i rapporti con i parenti lontani, tanto per citarne alcuni. E anche la vicenda prostituzione. Sì, perché anche allora accadeva che chi cercava fortuna finisse per trovarla sull’angolo di una strada (o, per chi emigrava in America, in un saloon). «Non è la prima volta che organizziamo una mostra per celebrare questa data – aggiungono – Ne avevamo una in programma anche per l’8 marzo 2020, ma poi le vicende legate alla pandemia avevano bloccato tutto. Siamo particolarmente soddisfatte di questa esposizione, che abbraccia una tema già ampio, e anche di stretta attualità». E come omaggio per le tante visitatrici della mostra, in luogo della tradizionale mimosa, una viola gialla.
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