TORINO – Successo per il convegno: “ Le stalle illuminano le città”

Con biogas, biometano e pannelli fotovoltaici sui tetti gli allevamenti animali sono una risorsa energetica e ambientale preziosa per il Torinese

TORINO – Ha riscosso successo il convegno formativo, organizzato da Coldiretti Torino, intitolato: “Le stalle illuminano le città. La nuova frontiera dell’energia pulita prodotta dagli allevamenti” che si è tenuto oggi, mercoledì 15 febbraio, a Torino. Gli allevamenti animali del territorio metropolitano di Torino potrebbero fornire energia elettrica sufficiente a soddisfare le esigenze energetiche di oltre 100mila famiglie. Un dato che mette insieme la quota producibile da biogas e quella da pannelli fotovoltaici installati sui tetti dei fabbricati aziendali. Si tratta di ben il 4,5% del fabbisogno energetico del Torinese: tutta energia pulita in grado di migliorare la qualità dell’aria di Torino. Una prospettiva che ribalta l’immagine dell’allevamento animale e, più in generale, dell’agricoltura, come responsabile dell’inquinamento e delle sue conseguenze per la salute dei cittadini, e dell’effetto serra che genera il cambiamento climatico.

Questo è quanto emerso dall’incontro odierno, patrocinato dal Disafa, il Dipartimento di scienze agricole, forestali e alimentari dell’Università degli Studi di Torino che, come ha ricordato anche il Direttore, Carlo Grignani, collabora in modo consolidato con il mondo agricolo nello sviluppo di nuovi progetti. Oltre all’energia elettrica è emersa la grande potenzialità per la produzione di biometano, il metano che si può produrre dagli allevamenti animali e può essere utilizzato per autotrazione, come nel caso presentato al convegno, del Gruppo Maganetti di Tirano (SO), che per la sua flotta di tir utilizza biometano prodotto da un allevamento Torinese, la Cooperativa Speranza di Candiolo. Dalla refrigerazione del biogas viene prodotta anche Co2 inodore, autorizzata per uso alimentare (per le bollicine dell’acqua minerale). Lo stesso impianto cooperativo di Candiolo, brucia biogas e riscalda, in teleriscaldamento, l’ospedale dell’Istituto per la ricerca contro il cancro.

TORINO - Successo per il convegno: “ Le stalle illuminano le città”

«In queste giornate in cui scattano i blocchi contro il traffico – osserva il Presidente di Coldiretti Torino, Bruno Mecca Cici – abbiamo voluto dimostrare che la zootecnia può dare un contributo significativo al miglioramento della qualità dell’aria grazie alla produzione innovativa di energia da fonti rinnovabili e pulite. Con questa nuova frontiera alla tradizionale produzione di cibo per tutti si può affiancare anche la produzione di energia elettrica immessa in rete per tutti noi; di calore per impianti di teleriscaldamento; di metano per auto, furgoni e tir e di anidride carbonica per l’industria alimentare. Se l’agricoltura è sotto attacco per il suo contributo (minimo) all’effetto serra e alla produzione di polveri sottili è perché non si conoscono gli impieghi degli effluenti per produrre energia e metano da autotrazione. Sostenere questa funzione porterà benefici a tutti i cittadini».

Ad ascoltare le relazioni anche l’Assessore regionale all’agricoltura e cibo, Marco Protopapa; l’Assessore al commercio del Comune di Torino, Paolo Chiavarino; il Consigliere delegato all’ambiente della Città metropolitana di Torino, Gianfranco Guerrini, che ha accolto con favore l’idea di valorizzare le potenzialità energetiche e ambientali della zootecnia torinese. Al convegno sono intervenuti Davide Biagini, Ricercatore del Dipartimento scienze agrarie, forestali e alimentari dell’Università di Torino; Elio Dinuccio, Professore associato del Dipartimento di scienze agrarie, forestali e alimentari dell’Università di Torino; sono stati trattati i “casi studio” di due aziende zootecniche di mucche da latte che hanno investito molto sulla produzione energetica dalle loro stalle: l’Azienda Agricola Cascina Impero di Favria Canavese e l’Azienda Agricola Vanzetti Holstein di Candiolo.

In provincia di Torino sono presenti 3.000 aziende agricole con allevamenti bovini per un totale di 242.000 capi, dalla quale sarebbe possibile ricavare 66mila metri cubi di biogas che, bruciato in centrali termoelettriche annesse alle aziende agricole o in centrali consortili, potrebbe produrre 623 GWh di energia di cui 250 GWh di energia elettrica: il 2,4% del fabbisogno elettrico torinese e ben il 94% del fabbisogno agricolo. Le stesse aziende potrebbero produrre 400mila metri cubi di biometano. Al termine del processo di produzione energetica e di biometano rimane il “digestato”, concime pronto per la fertilizzazione dei campi: risorsa altrettanto preziosa in periodo storico in cui i fertilizzanti sono una materia diventata rara con il conflitto in Ucraina. A queste potenzialità ricavabili dalle deiezioni animali si sommano i 259 MW producibili utilizzando i tetti dei fabbricati ricoperti da pannelli fotovoltaici: un altro 2% del fabbisogno elettrico dei torinesi.

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