CUORGNE’ – Erano i primi mesi dello scorso anno, quando la segretaria della Camera del Lavoro metropolitana di Torino, Enrica Valfrè ha incaricato Angelica Liotine responsabile della CGIL Alto Canavese.
Ieri mattina, mercoledì 27 luglio, presso la sede cuorgnatese della Camera del Lavoro, si è tenuta una conferenza stampa organizzata proprio da Liotine per fare il punto della situazione, ad un anno e mezzo, dal suo incarico.
“L’essere passati da un referente unico a due territoriali ha garantito una maggiore presenza sul territorio, proprio per essere più vicini ai cittadini e alle loro esigenze, cercando di dare delle chiare risposte a tutti i lavoratori appartenenti a tutte le categorie che rappresentiamo. Quello che a mio avviso dobbiamo fare è riportare la CGIL in piazza, in mezzo alla gente, dove siamo nati. Non voglio fare proselitismo, ma alla fine noi viviamo grazie al tesseramento dei lavoratori. E’ compito della nostra Camera del Lavoro fare da collante tra la categoria e i servizi, prendendo in considerazione le criticità, confrontandoci con le categorie in merito ai problemi che si trovano a dover affrontare, oltre ad essere un punto di riferimento per amministratori, datori di lavoro e tutte le parti coinvolte all’interno del mondo del lavoro” commenta Angelica Liotine.
Una conferenza stampa coinvolgente, dove la stessa Liotine, ha illustrato quelle che sono le problematiche in merito al lavoro in Canavese: dal settore manifatturiero a quello dei trasporti, passando per la sanità sino ad arrivare alla continua disparità di trattamento, tra uomo e donna.
“A fine gennaio 2021 quando sono arrivata qui eravamo in piena pandemia e, proprio da lì, è iniziato il mio percorso già difficile a causa del covid e con una crisi del mondo del lavoro che si protraeva ormai da tanti anni, alla quale si è aggiunta anche la triste problematica legata alla guerra tra Russia e Ucraina che ha ulteriormente reso difficili le relazioni all’interno dell’Europa. La stessa che è ancora molto debole rispetto ad un’economia di sistema. Il nostro Canavese, a causa di tutte queste componenti, ha avuto grosse ricadute. Da forza industriale, specialmente nello stampaggio a caldo, qual era nel passato, ha perso circa i due terzi dell’indotto. Gli abitanti del Canavese sono circa 180mila e tanti sono i paesi che si stanno spopolando. A mio avviso, l’unico modo per riuscire ad uscire da questo è fare sistema tra imprese, lavoratori, amministratori locali e parti sociali, affinché si riesca ad uscire da questa situazione.
E’ ancora però difficilmente realizzabile perchè si tende a guardare ancora troppo al proprio orticello, senza riuscire a vedere oltre. Bisogna anche puntare su altri settori, come ad esempio, il turismo. Abbiamo la fortuna di avere il Parco Nazionale del Gran Paradiso con tutte le sue bellezze, ma abbiamo anche altre montagne e altri luoghi che dobbiamo rendere attrattivi e lo si può fare, solo ed esclusivamente, creando dei servizi e delle infrastrutture per accogliere i turisti. E per far tutto ciò serve una politica volta soprattutto ad un turismo di nicchia, in difesa della montagna, per la quale la politica stessa non sta facendo proprio nulla. Il Canavese ha superato tantissime crisi e, sul territorio sono maggiormente presenti piccole imprese, con massimo nove dipendenti che, con questa situazione di rincari energetici, di materie prime e del mercato globale, rischiano di scomparire. Serve anche qui una politica di raggruppamento affinché, insieme, possano restare competitive sul mercato” ha continuato Liotine.
Durante una delle ultime riunioni tra l’Agenzia per lo sviluppo del Canavese, di cui fanno parte Confindustria Canavese, che ne è capofila, le parti sociali, i comuni, è emerso un tassello fondamentale: la formazione. E’ infatti la formazione specializzata e, soprattutto mirata, rispetto a quelle che sono le esigenze delle imprese del territorio che possono salvare l’occupazione nelle aziende canavesane e permettere loro di uscire da questa crisi.
Altro tasto dolente, non solo a livello territoriale, ma nazionale è la disparità di trattamento tra uomini e donne. L’occupazione femminile è di 18 punti percentuali più basso rispetto a quello maschile; il 72% dei contratti part-time sono sottoscritti dalle donne e il 64% di queste è perchè è obbligata.
“La causa principale di tutto è la cultura che da sempre vede la donna emarginata rispetto all’uomo nel mondo del lavoro. Mettiamoci anche le scelte aziendali che, sempre più spesso, costringono i dipendenti a trasferte e straordinari, poco gestibili per una donna con figli, e la totale mancanza di infrastrutture di supporto. Per cambiare bisogna necessariamente iniziare a modificare la mentalità e la cultura, oltre all’organizzazione del lavoro, aumentando queste infrastrutture per permettere alle donne di avere le stesse opportunità tra uomini e donne” commenta la responsabile CGIL Canavese.
Altre situazioni precarie e, pressoché drammatiche, che sono state toccate durante la conferenza stampa sono quelle della sanità e dei trasporti. Rispetto alla prima l’idea della CGIL è quella che rispecchia un po’ quella di tante persone, ossia che dopo i continui tagli che ci sono stati nella sanità ormai da tempo immemore, il risultato è sotto gli occhi di tutti ed è stato, tra l’altro, causa dell’insuccesso della gestione pandemica a livello nazionale. La salute non può essere legata ai soldi e alla politica, essa deve venire prima di tutto il resto.
“I fondi del PNRR devono essere sicuramente utilizzati per la realizzazione degli Ospedali di comunità, le Centrali operative territoriali aumentandone i punti di accesso. Bisogna anche qui far sistema. Le decisioni vengono prese dalla regione, ma bisogna far sì che il procedimento abbia dei criteri validi e, a questo fine, la CGIL/CISL/UIL ha esternato la propria opinione in merito alla loro realizzazione, specialmente per quanto riguarda l’aspetto socio-assistenziale. Infatti, prendendo in carico il paziente lo si può aiutare sotto il profilo assistenziale, ma anche magari andando ad intervenire su quelle che possono essere le problematiche di tipo sociale, e così via. Annoso problema è anche quello dei trasporti, dove il problema principale è quello della riduzione delle tratte sia su gomma che su rotaie.
Si è creata una situazione drammatica, specialmente nelle vallate e, ricollegandosi al discorso anche turistico, bisognerebbe implementare questi servizi per poter essere attrattivi. Come CGIL continuiamo a batterci per il raddoppio del binario della tratta Rivarolo-Torino che ridurrebbe il tempo di percorrenza, sperando che questo progetto possa rientrare nel PNRR, oltre a ripristinare le linee su gomma che sono state soppresse” ha concluso Angelica Liotine.
Parlando di iniziative molte sono quelle realizzate in quest’anno e mezzo dalla Camera del Lavoro di Cuorgnè, tra cui un corso base su PC rientrante nel progetto di “alfabetizzazione digitale” dedicato agli anziani, che verrà sicuramente riproposto, l’incontro pubblico dedicato al lavoro domestico e, non per ultimo, il gradito ritorno in piazza dello stand della CGIL, nella piazza del mercato di Castellamonte.
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