CUORGNÈ – Avere risposte chiare sul futuro dell’ospedale di Cuorgnè e sul Pronto soccorso. Unire le forze a livello territoriale e fare “massa critica” per dialogare con la Regione Piemonte. Avere Amministratori pronti ad andare oltre al solito “campanilismo” e con decisione far comprendere che il Canavese non deve essere impoverito, bensì avere sempre più servizi sanitari migliori.
Sono di fatto i punti emersi in occasione della riunione che è stata ospitata ieri sera, giovedì 23 giugno, a Cuorgnè presso la sede della Spi Cgil di piazza Pinelli, indetta dal circolo Pd Alto Canavese. Occasione di confronto con sindaci, assessori e consiglieri della zona che ha avuto come argomento cardine, appunto, il Pronto soccorso ed il nosocomio cuorgnatese.
Introdotta da Simona Appino, segretario della sezione locale del Partito Democratico, aperta dall’intervento di Vanni Crisapulli, vice sindaco di Cuorgnè, la serata è stata l’occasione per gettare le basi al fine di ottenere la riapertura di quello che è un punto di riferimento molto importante per il territorio.
Consapevoli della problematica che a livello nazionale interessa la sanità, con la carenza di medici e le difficoltà conseguenti ad anni di tagli e ridimensionamenti, gli intervenuti hanno di fatto ribadito che bisogna agire in maniera compatta, presentandosi di fronte alla Regione uniti e con numeri importanti, con la piena volontà di salvaguardare un bene prezioso come l’ospedale altocanavesano.
A prendere la parola sono stati il sindaco di Castellamonte Pasquale Mazza, i colleghi Piero Rolando Perino (Prascorsano) ed Alberto Rostagno (Rivarolo), l’assessore castellamontese Alessandro Musso, il consigliere comunale eporediese Maurizio Perinetti, ma anche Edoardo Gaetano, nonché Angelica Liotine della Cgil, che ha partlato dell’aspetto sindacale di quanto sta accadendo in Canavese, sotto tutti i punti di vista.
Non sono mancate delle “puntualizzazioni” riguardanti le posizioni tenute da alcuni sindaci del territorio Asl To4, nello specifico quelli di Ivrea e Settimo, ma anche la presa di coscienza che il Canavese tutto deve essere unito, deve fare davvero “sistema”, non solo a parole, al di là di colori e credo politico, affinché il territorio non si impoverisca, a discapito del bene dei cittadini.
Chiaro poi il concetto che occorre maggiore coinvolgimento di tutti canavesani, che devono prendere a loro volta piena coscienza di quanto sta accadendo. Il Pronto soccorso e l’ospedale di Cuorgnè rappresentano un “plus” che non può né deve essere sacrificato, e anche facendo sentire la voce della gente si può ottenere un risultato concreto.
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