MAPPANO – Una visita guidata allo Yad Vashem, l’istituto di Gerusalemme che raccoglie e tramanda la storia del popolo ebraico durante la Shoah. Tramandando i nomi, i volti, le vite. Il tutto senza spostarsi dalla sala “Garofalo” o dal pc di casa propria. E per ogni angolo, per ogni monumento, una storia da raccontare, una vita da spiegare, un aspetto di quei tragici momenti da sviscerare.
Questo il senso della serata condotta, in occasione del 27 gennaio, Giorno della Memoria, da Davide Aimonetto. Che ha spaziato dalla storia, esemplare e a lungo sconosciuta, di Giorgio Perlasca (il cui figlio, Covid permettendo, dovrebbe incontrare, assieme allo stesso Aimonetto, i ragazzi delle scuole di Borgaro nei prossimi giorni) a quella di Anna Frank, spesso oggetto di negazionismi, che anno dopo anno di arricchisce di particolari più o meno attendibili, più o meno veritieri.
Da quella di Primo Levi, e della difficoltà di far capire e credere agli altri il dramma che aveva vissuto, dal momento che è una cosa talmente enorme da essere difficile anche solo da immaginare, a quella di Janusz Korczak, pedagogista, che aveva preferito seguire i “suoi” bambini nei campi, condividendone il destino, piuttosto che abbandonarli sfruttando il salvacondotto che gli avrebbe permesso di salvarsi. Raccontando la vita nei ghetti dove gli ebrei venivano confinati, morendo di tifo o di inedia prima ancora che nei campi, ma anche del coraggio degli ebrei del ghetto di Varsavia che con poche armi erano riusciti, ribellandosi, a tenere testa ai nazisti.
Tante risposte ma anche qualche domanda che una risposta non ha, e forse non avrà mai: il destino di molti dei responsabili di questi eccidi, sfuggiti alla giustizia e scomparsi senza lasciare traccia. Questa sera, venerdì 28, dalle 21 in Sala Cervi, a Caselle, ancora Aimonetto protagonista dell’incontro “Yard Vashem: gli alberi raccontano”.
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