RIVAROLO CANAVESE – È stata una serata concepita per sensibilizzare le persone e l’opinione pubblica sul tema della depressione e del suicidio quella nata grazie all’Associazione genitori Guido Gozzano, in collaborazione con la Signora Alessia Cuffia, quella che si è tenuta lunedì sera al Lux a Rivarolo. In una sala gremita e commossa si sono affrontate le difficili tematiche legate al dramma del suicidio, passando attraverso la malattia della depressione, per finire al coraggio per ricominciare a vivere prendendo spunto dal libro scritto da Piera e Mauro Turigliatto, i genitori di Michela.
La serata, moderata dal Prof. Alberto Turigliatto, ha visto la partecipazione del Dott. Gian Piero Grandi, psicoterapeuta dell’Istituto di Psicologia Individuale “A. Adler”, di Stayaleeve Onlus, Associazione di ragazzi nata per incoraggiare, lottare e investire la sensibilizzazione contro la depressione e il suicidio giovanile e Don Sergio Messina, Presidente dell’Associazione “L’accoglienza Onlus”, oltre all’accompagnamento musicale di Fabrizia Valetti e Federica Bertot.
È stato scelto il 6 dicembre non a caso, ma perché giorno del compleanno dell’indimenticabile Miky, una giovane e bellissima donna, che continua a vivere nel cuore di chi l’ha amata e che mai potrà dimenticarla.
Sconosciuta la causa della sua depressione che, nonostante l’amore di due genitori presenti e amorevoli, e il supporto terapeutico mirato, l’ha portata a compiere l’estremo gesto, che nessuno potrà mai dimenticare. La sua storia è anche quella di migliaia di altre persone che, ogni anno, si tolgono la vita, tra cui tanti minori.
«La serata è nata per sensibilizzare i media, il mondo dei social e di tutti coloro che hanno la possibilità di diffondere un messaggio corretto sul tema, non nascondendo la tematica facendo finta che non esista, sottovalutando così il problema. Importante è partire dalla formazione, soprattutto del personale scolastico, visto che le statistiche indicano un aumento del numero di istinti suicidi nei giovanissimi, affinché possano fornir loro gli strumenti adeguati, facendogli capire che non si devono vergognare e chiedere aiuto» ha commentato papà Mauro.
Prezioso l’intervento di Grandi Gianpiero Grandi che si occupa degli adolescenti e giovani adulti: «La tematica della serata è molto impegnativa: depressione e suicidio. Non bisogna aver paura di pronunciarlo, soprattutto dopo che la pandemia l’ha riportato alla luce, riportandoci con i piedi per terra. L’aspetto emotivo attorno a questi sentimenti e a quanto siamo in grado di riconoscere i segnali ed accogliere quanto viene dai ragazzi, figli e giovani adulti è molto più frequente di quanto si pensi: la tristezza è un sentimento importante, ci sono diversi modi per affrontarla ma l’importante è saperla sentire. Dopo averla riconosciuta ci sono tante strategie per superarla. Essa può derivare da molteplici situazioni: perdita di un figlio, un amore che non è andato bene, un insuccesso lavorativo e scolastico. Bisogna far capire ai ragazzi e a chi vive una situazione di disagio che non bisogna tenere troppo gli scheletri nell’armadio. L’intervento deve essere fatto con calma, rispettando i tempi, senza giudizio, ma solo con la voglia di ascoltarli e comprenderli insegnando loro a cercare di veder la realtà così com’è. Quando con i ragazzi si affronta la depressione proponiamo anche ai genitori di essere seguiti ed essere soprattutto nostri alleati, per il raggiungimento degli interessi del ragazzo. Al primo posto bisogna porre il benessere dell’altra persona attraverso un lento processo di conoscenza, allargare l’orizzonte ed il punto d’interesse durante la terapia» spiega lo psicoterapeuta.
Importante e costruttivo l’intervento dei giovani rappresentanti dell’Associazione Stayaleeve Onlus: «Serate come queste sono un momento di ascolto e di comprensione verso l’altro, aprendo una dimensione diversa. La nostra associazione, fondata nel 2017 a partire da un’assemblea scolastica, è la prima associazione non-profit in Italia gestita interamente da ragazzi e ragazze per incoraggiare, informare, lottare, ispirare e investire sulla sensibilizzazione contro la depressione, l’autolesionismo e il suicidio giovanile attraverso linguaggi adatti a un mondo in costante evoluzione. Operiamo attraverso i social media e molti ragazzi ci riscrivono perché trovano punti d’appoggio. Ovviamente non possono dare supporto ma cerchiamo di avvicinare le persone ai servizi d’aiuto. Facciamo poi molti interventi nelle scuole con feedback molto positivi. Una superprevenzione è appunto quella di parlare con gli adolescenti. Bisogna parlare della depressione perché può colpire tutti per diversi motivi, senza distinzione di sesso, condizione economica, età. Non è solo tristezza come si può pensare e il nostro obiettivo è affrontare i temi legati alla salute mentale» raccontano i ragazzi.
Quando accadono questi tragici eventi e ci si trova a dover elaborare il lutto è importante ricevere il supporto adeguato ed un appiglio importante per andare avanti. Mauro e Piera sono stati aiutati dalla profonda fede in Dio, quella stessa che anche Don Sergio Messina, per anni cappellano all’Ospedale Regina Margherita, ha indicato come la via giusta per saper affrontare la tragicità dell’evento e trovare la forza di andare avanti e ritornare a vivere. «Dopo certi eventi l’occidentale, e non dico cattolico, non riesce subito a credere in Dio perché fortemente arrabbiato con lui. E io mi chiedo: ma non avete un appiglio? Se uno non crede va bene, ci sta. Ma se uno dice di credere in Dio ci deve credere e stop. Io parlo nel rispetto di tutto e di tutti, ci mancherebbe. E’ difficile cambiare idea nelle persone che soffrono come Michela e ve lo dico io, che ho lavorato sette anni in una casa di cura per malati di mente, e che quando dicevano che andavano ad ammazzarsi, poi lo facevano davvero. E se mi chiedete perché noi occidentali facciamo fatica a vivere io vi posso dare il mio punto di vista, quello che io ho elaborato nella mia vita, il problema è che noi giochiamo tutto sui riti: battesimo, prima comunione, cresima e poi stop preoccupandoci solamente delle foto, del rinfresco, del vestito e non ci si preoccupa dell’essenziale e cioè che noi siamo esseri spirituali che stanno facendo un’esperienza corporea. Questo dovrebbe dire la Chiesa ma non lo fa. Noi tutti proveniamo da Dio e, ovviamente, l’abbiamo dimenticato perché se ricordassimo non potremmo fare l’esperienza del limite, senza riuscire ad evolvere. Come mai abbiamo così paura della morte? Si è sempre impreparati alla morte ma è anche perché nessuno ci educa al lutto. Dobbiamo ricordarci che siamo esseri spirituali e non dobbiamo essere noi a dire a Dio cosa deve fare. Se davvero crediamo, dobbiamo guardarci e meravigliarci di questo mondo meraviglioso. Se dalla disgrazia si coglie l’essenza questa si può trasformare in grazia. Questa è la funzione se noi crediamo» ha concluso Don Messina.
La serata è visibile sul profilo FB di Mauro Turigliatto e su youtube digitando: Non sarà mai un addio… Ciao Miky!
Ciao Miky, buon compleanno!
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