VALCHIUSA – Omaggio a Italo Tibaldi ieri, mercoledì 13 ottobre 2021, nel Comune di Valchiusa, organizzata in collaborazione con la La Memoria Viva, sotto l’Alto Patrocinio del Parlamento Europeo e della Camera dei Deputati Italiana con la collaborazione dell’Aned e i patrocini di Presidenza del Consiglio – Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali a Difesa delle Differenze
Regione Piemonte, Consiglio della Regione Piemonte – Comitato Resistenza, Città Metropolitana di Torino, Comune di Pinerolo, Fondazione Memoria della Deportazione – biblioteca archivio Pina e Aldo Ravelli, il Comitato Provinciale di Torino dell’Anpi, l’Anpi di Castellamonte e del Basso Canavese, La Fondazione di Studi Storici Filippo Turati Onlus, Fondazione Perlasca – Il silenzio del giusto, Fondazione Fossoli.
Nato a Pinerolo, il 16 maggio 1927 e morto ad Ivrea il 13 ottobre 2010, Italo Tibaldi era sopravvissuto ai campi di concentramento di Mauthausen ed Ebensee, ci ha lasciato come altri alcune sue testimonianze dal vivo, ma soprattutto quel libro, “Compagni di Viaggio”, e la ricerca “Giorni della memoria. Calendario della deportazione politica e razziale italiana nei campi di eliminazione e sterminio nazisti” che sono pietre miliari su aspetti della deportazione poco esplorati. Si è dedicato alla ricerca sulla deportazione dall’Italia ai lager nazisti con documenti e testimonianze, ed è diventato “testimone di pace” (come lui spesso amava ripetere) fra i giovani ma anche fra gli studiosi.
Si trasferì in Valchiusella nel 1980, prima a Meugliano, poi a Vico. In paese è stato presente nel campo amministrativo ricoprendo la carica di sindaco di Vico e, per un mandato, quella di Presidente della Comunità Montana Valchiusella.
“Italo Tibaldi smette di essere Italo Tibaldi il 13 gennaio 1944 deportato a Mauthausen e diventa il numero di matricola 42307? La risposta è no: Italo Tibaldi è coraggio e resistenza, nessuno degli orrori nazisti che ha vissuto questo grande uomo canavesano ha mai cancellato il suo essere un partigiano. – Ha dichiarato il Consigliere Regionale Andrea Cane, presente alla cerimonia – Italo Tibaldi non è solo un sopravvissuto ai campi di concentramento di Mauthausen ed Ebensee, ma è memoria viva e lo è anche ora che non c’è più. Poteva decidere di cancellare dalla sua quotidianità ciò che aveva visto e invece dedicò la sua vita a ricostruire gli elenchi dei deportati italiani, arrivando a uno schedario di circa 44mila matricole che non erano nomi, perché della nostra identità al fascismo, al nazismo, al comunismo non importa nulla: un numero infatti ci annulla, ci fa massa, ci lascia freddi, mentre Italo Tibaldi si è impegnato con tenacia e determinazione per ricordare ed addirittura per ricostruire quello che è stato uno dei periodi più bui della nostra storia.
Penso che noi tutti canavesani, e piemontesi in generale, dovremmo andare fieri di personalità di questa levatura, così come mi ritengo anch’io fiero di aver avuto un nonno canavesano nato e vissuto a Bollengo e combattente partigiano sulla Serra: quei nonni, come poteva essere Italo Tibaldi, ormai sono rarità da preservare e non tutti i bambini hanno avuto la fortuna di avere in famiglia un partigiano che racconta, insegna, onora la memoria. E ricordiamolo anche oggi che la Resistenza non è solo un importante fatto storico, ma costituisce “memoria educante”, perché da questo moto nazionale fatto di persone e idee hanno preso forma quelle Istituzioni, come la Regione che oggi ho rappresentato, che garantiscono ancora la convivenza dei cittadini in libertà anche con la coesistenza di opinioni diverse.”
“Tibaldi – ha concluso Cane – ha fatto la storia e poi l’ha voluta cristallizzare con il suo lavoro, con quel suo instancabile documentare e fermare i momenti: a lui saranno quindi “debitori di memoria” tanti ragazzi di oggi e del futuro. Occorre continuare a portare a frutto la lezione che si dovrà trasmettere alle future generazioni, come i tanti ragazzi delle scuole di Valchiusa che oggi erano presenti alla commemorazione: valorizziamo e ricordiamo la libertà, perché è un regalo anche di uomini come Italo che hanno abitato questi luoghi canavesani e hanno dedicato gli anni della loro giovinezza all’insegna dei valori del coraggio e della difesa dei loro territori. Il mio appello oggi più che mai è respingere ogni estremismo nostalgico, di destra come di sinistra, senza troppi tornaconti politici dal momento che ciò che più conta adesso è uscire più forti di prima dopo la pandemia per affrontare al meglio le sfide del futuro”.
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