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TORINO – Disordini in carcere: allarme rientrato ma l’Osapp chiede l’intervento del Ministro Cartabia

“Chiediamo che si realizzi una effettiva inversione di tendenza nelle carceri in Italia destinate a diventare una vera e propria giungla”

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TORINO – La scorsa domenica 22 agosto 2021, nella tarda serata, un detenuto italiano ristretto

presso il carcere di Torino, con problemi psichiatrici, ha messo a soqquadro l’intera sezione detentiva tenendo in “allarme” tutto il personale di Polizia Penitenziaria presente.

Dopo una lunga trattativa con il detenuto, che voleva colloquiare con solo due agenti, e lo stesso si era procurato vari tagli, per i quali si sono rese necessarie le medicazioni, il detenuto ha desistito dall’ulteriore protesta ed è rientrato in cella. A denunciare l’episodio è l’O.S.A.P.P. – (Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria) per voce del Segretario Generale Leo Beneduci.

“Lo scarso personale, – dichiara – pur di garantire idonee condizioni di sicurezza e agibilità interne, ha dovuto rinunciare alla consumazione del pasto serale e solo grazie a tale sacrificio ed all’alto livello di professionalità degli addetti del Corpo, investiti da invettive e minacce di ogni tipo, la situazione non è degenerata e non sono stati coinvolti altri detenuti.Quanto accaduto è il risultato di una politica penitenziaria attuata in assoluta disattenzione riguardo ai rischi connessi alla massiccia presenza in carcere di detenuti con problemi psichiatrici anche gravi (che negli istituti di pena

“ordinari” e a contatto con la restante popolazione detenuta non dovrebbero stare) nonché di completa noncuranza riguardo alle precarie condizioni di lavoro del personale di Polizia Penitenziaria spesso lasciato in una sola unità ad operare nelle sezioni detentive in assoluta ristrettezza di mezzi e di supporti, anche con 100/150 detenuti contemporaneamente presenti.”

E aggiunge: “Quella di Torino, peraltro, costituisce l’ennesima riprova che, l’assenza di una

fattiva politica penitenziaria nazionale, la mancanza di scelte pertinenti e il difetto di una legislazione che ha previsto la soppressione degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari senza porre in essere adeguate alternative e ha, persino, ammantato di esasperato buonismo in grado di lasciare del tutto impunita qualsiasi violenza interna al carcere, per nascondere la persistente assenza di risultati rieducativi del carcere in Italia e con ciò ponendo ad esclusivo rischio l’incolumità fisica del Personale di Polizia Penitenziaria e con gravi ricadute per la sicurezza dell’intera Collettività.”

“Chiediamo, quindi, – conclude Beneduci – l’intervento immediato del Ministro della Giustizia Marta Cartabia, affinchè si realizzi una effettiva inversione di tendenza nelle carceri in Italia destinate a diventare una vera e propria giungla in cui a prevalere saranno, come già spesso accade, i più violenti anche dal punto di vista prettamente criminale”.

torino carcere lorusso
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