sabato 2 Novembre 2024

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TORINO – In tanti alla manifestazione di Coldiretti contro la devastazione dei cinghiali

Gli agricoltori vogliono fatti concreti

TORINO – Centinaia di persone ha invaso nella mattinata di ieri, giovedì 8 luglio 2021, piazza Castello a Torino (in contemporanea ad altre piazza d’Italia), per la manifestazione organizzata da Coldiretti Piemonte, contro i danni provocati dai cinghiali.

Tra i vari presenti, anche alcuni Sindaci canavesani, tra i quali Pasquale Mazza, Sindaco di Castellamonte. “È importante sostenere i coltivatori sulla questione dei cinghiali che devastano tutto. Sostenerli uniti, senza divisioni. Basta parole. Se ne parla da anni, abbiamo sentito prendere impegnai da tutti e non è mai stato fatto niente. L’economia agricola per il territorio è una fetta importante, essendo tale va sostenuta anche perchè i contadini non ce la fanno più a sostenere economicamente le loro aziende. I rimborsi sono pochi, eccessivamente burocratizzati e vengono dati in ritardo. Non vogliamo i rimborsi ma che vengano abbattuti i capi che devono essere abbattuti, quelli in eccesso, che sono davvero tanti, e bisogna farlo subito. Se andassero via i contadini dai territori, soprattutto quelli montani, sarebbe un disastro. Infine c’è l’aspetto della sicurezza: sono davvero troppi gli incidenti causati dai cinghiali che attraversano le strade.”

Alla protesta hanno partecipato anche il vicepresidente della Regione Fabio Carosso, l’assessore leghista all’Agricoltura Marco Protopapa per il Piemonte e i consiglieri del Gruppo Lega Salvini Piemonte Paolo Demarchi, Matteo Gagliasso, Mauro Fava, Claudio Leone, Angelo Dago. e Federico Perugini. “

“Come Lega siamo da sempre dalla parte degli agricoltori – ricorda il presidente del gruppo Lega Salvini Piemonte Alberto Preioni – e ancora una volta condividiamo la loro battaglia per fermare l’invasione dei cinghiali e degli altri ungulati, che stanno causando milioni di euro di danni all’intero comparto. Un’emergenza per la quale dobbiamo mettere in campo misure straordinarie, dimenticando per sempre i piagnistei di un animalismo talebano che sembra non accorgersi di quanto stia accadendo sui nostri territori. Piuttosto noi sosteniamo la necessità di istituire un anno interamente dedicato al contenimento dei cinghiali coinvolgendo i cacciatori, la polizia provinciale e le guardie venatorie. E faremo pressione perché la burocrazia romana riveda finalmente una normativa, quella sulla caccia, che non è più adeguata ai tempi. Come a non essere adeguato è il regime del ‘de minimis’ adottato dall’Europa, che spesso riconosce ai nostri agricoltori solo una parte dei risarcimenti per i danni subiti”.

“Come al solito Cirio usa armi di distrazione di massa per nascondere l’immobilismo della propria Giunta. – Attacca il Gruppo M5s Regionale – Tra i responsabili dell’emergenza cinghiali vi è, senza dubbio, la Regione Piemonte. Ed i bei discorsi pronunciati davanti alle associazioni di categoria, non cambiano la sostanza delle cose. Cirio parla, ma di fatti concreti nemmeno l’ombra. 

Gli stessi rappresentanti della Città Metropolitana di Torino, da anni, chiedono inascoltati alla Regione Piemonte di prevedere risorse adeguate per assumere nuovi agenti faunistico – ambientali negli organici della Città Metropolitana e delle Province. Demandare tutto ai cacciatori, non può essere una soluzione. 

In Consiglio regionale abbiamo sempre chiesto l’assunzione di agenti faunistico ambientali e la sperimentazione di metodi di dissuasione per proteggere le colture e la viabilità prevenendo pericolosi incidenti, come avviene in altre regioni ed in europa. Tuttavia dalla Giunta Cirio e dalla maggioranza di centrodestra non è arrivato alcun segnale. Al posto di discorsi e sparate ad effetto, servono fatti concreti. E da questa Giunta non ne abbiamo visto neanche mezzo.”

A rappresentare l’Unione Montana Valle Susa, era presente l’assessore Luca Giai.

“L’emergenza esiste ed è importante intervenire – ha affermato l’assessore Giai, ricordando che – gli strumenti per il contenimento degli ungulati ci sono già. Bisognerebbe che i rappresentanti degli enti locali e delle associazioni di categoria all’interno dei comprensori alpini facessero sentire più forte la loro voce. Chissà se questo autunno ci troveremo a contare le pecore mangiate dai lupi negli alpeggi”.

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