giovedì 7 Dicembre 2023

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TORINO – L’opera dantesca di Enrico Mazzone verrà esposta nel rettorato dell’Università di Torino

Intanto Mazzone confida la difficoltà di essere un artista in Italia

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TORINO – È finita l’immane opera dantesca, lunga 97 metri, di Enrico Mazzone, che vede la sua nascita a Torino e la sua crescita e compimento in Finlandia e l’ultimazione a Ravenna. Ora si punta all’esposizione. Torino esporrà l’opera nel rettorato dell’Università in via Po 17 e l’inaugurazione è prevista per il 2 novembre 2021, un giorno che anticipa Artissima e che associa l’evento durante il periodo degli internazionali di Tennis ATP.

L’esposizione non si terrà solo a Torino, ma sarà itinerante in Italia e all’estero, grazie al supporto di Molino Spadoni e Banca Sella, entrambi partner del progetto.

Intanto il Comune di Gesualdo, in provincia di Avellino è interessato ad averlo in prestito nel periodo che va da maggio a settembre 2021.

“La modalità di esposizione, – spiega Enrico Mazzone, l’artista – porta a più eventi legati alla fruizione dell’opera stessa in diversi capitoli, ovvero: essendo il rettorato uno spazio indicativamente piccolo per l’opera, si è pensato di adagiare il foglio nel pavimento, per un’estensione di 15 metri, e quindi, dare al pubblico, la possibilità di creare più interesse nel tornare a vedere i prossimi segmenti le volte successive per un totale indicativo di 5 o 6 incontri, durante i quali ci saranno gli interventi di diversi personaggi, più e meno illustri.

Essendoci anche i ballatoi , si crea un’atmosfera ed una suggestione  simile e pari ad un teatro shakespeariano. E oltre all’esposizione del rotolo dantesco, che avrà quindi un taglio rituale simile ad un happening , verranno esposti anche diversi disegni preparatori e bozze, non in vendita.”

Mazzone confida che nel 2022 potrebbe tornare in Finlandia, perchè in Italia, nonostante ci siano i suoi affetti più cari, “di arte non si vive”.
“In Finlandia sono riuscito da solo e senza alcun aiuto a sbilanciare  il mio profilo ad alti livelli e grazie alla meritocrazia della quale ho goduto, pur lavorando a ritmi da insonnia, ho scoperto la mia strada da seguire, con serietà e dedizione, quella che qua non trovo.  È un dato di fatto, freddo e matematico che in Italia, di Arte non si vive, non si è stipendiati e tanto meno dura a vita quello che è un breve attimo di fama. Qua posso contare sull’affetto dei miei genitori e su un supporto che non è riscattato da alcuna occupazione. in Finlandia, come ho appurato, ho uno stipendio, un profilo tecnico ricercato e una carriera da iniziare.”

“Sempre in Finlandia – prosegue Mazzone – ci sono due luoghi espositivi in grado di ospitare l’opera nella sua intera complessità metrica, e già tecnici sono al lavoro per una struttura degna di saperla alzare a ciclorama (il mio piano originale). Una è l’arte fiera di Turku e l’altra una Caverna adibita a mostre d’arte internazionali ed  eventi.”

E conclude: “Ringrazio per questo intervento internazionale gli amici Lotta Laaksonen e Risto Kupari, assessore alla cultura di Rauma, che seppur da lontano e in condizioni critiche legate alla pandemia, mi sta coadiuvando nel processo espositivo. Quanto a Simon Bergman, sta invece completando un documentario che sarà messo in onda questa stagione autunnale sulla rete nazionale televisiva finlandese YLE. Proprio dal documentario, sta nascendo una produzione indipendente sulla creazione di un film biografico, sul percorso fino ad ora intrapreso, che si porterà avanti a livelli ancora più colossali, legato alla produzione della prossima bobina.

La testimonianza di Mazzone è l’ennesima prova che l’Italia non è pronta a puntare sugli artisti, e ancora una volta ci si trova davanti ad un “cervello in fuga”.

TORINO – L'opera dantesca di Enrico Mazzone verrà esposta nel rettorato dell'Università di Torino
ENRICO MAZZONE DISEGNO DANTE DIVINA COMMEDIA MERCATO COPERTO RAVENNA 28 GENNAIO 2021 – RAVENNA (RA) fotografo: Massimo Argnani
TORINO – L'opera dantesca di Enrico Mazzone verrà esposta nel rettorato dell'Università di Torino
Rettorato dell’Università di Torino, dove verrà esposta l’opera a novembre

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