SAN MAURIZIO CANAVESE – È stata presentato ieri ai media il progetto che riunisce il Comune di San Maurizio Canavese (capofila) con i Comuni di Ciriè e Caselle Torinese e il Consorzio Riva Sinistra Stura.
È infatti arrivato un contributo statale a fondo perduto pari a 675mila euro per la progettazione completa (quindi per tutti i passaggi fino all’appalto) della messa in sicurezza del reticolo idrografico del territorio compreso tra lo Stura e il torrente Banna-Bendola.
Alla conferenza hanno partecipato il Sindaco di San Maurizio Canavese Paolo Biavati, il vicesindaco del Comune di Ciriè, Aldo Buratto, il sindaco del Comune di Caselle, Luca Baracco, insieme al suo vice, Paolo Gremo, il presidente del Consorzio Riva Sinistra Stura, Daniele Balma, e il presidente del Consorzio di 2° grado delle Valli di Lanzo nonché sindaco di Nole, Luca Bertino.
L’opera della quale il Comune di San Maurizio Canavese dovrà curare la progettazione riguarda, di fatto, il secondo e terzo lotto previsti dall’analisi di fattibilità operata una decina di anni fa dall’allora Provincia di Torino (il primo lotto riguardava il canale scolmatore di Nole, realizzato negli anni scorsi a valle dell’abitato nolese, mentre il quarto, più a valle, interessa prevalentemente il territorio di Settimo Torinese).
Si tratta di un intervento particolarmente delicato e complesso, perché sarà realizzata capillarmente l’intera progettazione fino alla fase esecutiva, con l’eventuale individuazione di lotti e di priorità d’intervento. In estrema sintesi, l’obiettivo è duplice: da un lato adeguare la portata d’acqua dei tre canali esistenti sul territorio, i canali di Ciriè, di Malanghero e di Caselle, e dall’altro realizzare i tratti terminali di tali canali, i cosiddetti canali scolmatori, che siano in grado di garantire il più rapido ed efficace defluire delle acque verso il torrente Stura di Lanzo.
L’importanza di tale opera, e dunque di tutta la fase progettuale che sta a monte e che è stata affidata appunto al Comune di San Maurizio Canavese, è evidente a tutti, perché è volta a ottimizzare la regimazione delle acque e a proteggere il nostro territorio sia dalle alluvioni sia da eventi meteorologici eccezionali ma sempre più frequenti nell’ambito dei cambiamenti climatici in corso, come le cosiddette bombe d’acqua.
Minimo comune denominatore, nelle dichiarazioni degli amministratori degli Enti intervenuti alla conferenza, il riferimento all’importanza di fare squadra, di progettare insieme grandi opere per la salvaguardia e la sicurezza del territorio e di collaborare per una gestione responsabile del territorio stesso, che soprattutto dal punto di vista idrogeologico non può essere considerato come banalmente suddiviso entro i confini dei singoli Comuni ma come un’unica grande realtà, nella quale l’intervento di ogni singolo Ente, di concerto con tutti gli altri, porta benefici all’intera area.
A breve – entro il 5 marzo – il Comune di San Maurizio Canavese pubblicherà il bando di gara per l’affidamento dell’incarico alla progettazione.
“Ci auguriamo di ritrovarci qui fra pochi mesi, con una nuova conferenza stampa, per presentare il progetto definitivo – ha dichiarato il sindaco del comune di San Maurizio Canavese, Paolo Biavati – Sottolineo l’enorme importanza di quest’opera. Il territorio tra lo Stura e il Banna/Bendola è ricco di acqua e nel corso dei decenni ha vissuto un’intensa fase di urbanizzazione, che ha portato all’impermeabilizzazione di ampie superfici. C’è poi un secondo fattore determinante, la pista dell’aeroporto, un’area impermeabilizzata amplissima che contribuisce ad aumentare l’immissione
sul territorio di acqua difficilmente drenabile e gestibile. Infine, terzo fattore da tenere in considerazione, l’altezza delle falde acquifere che, soprattutto in caso di eventi atmosferici eccezionali, complica la capacità del terreno di assorbire le acque di superficie”.
Di qui l’importanza della prevenzione – nella cui ottica appunto si colloca l’intervento in questione – e di un radicale cambio di mentalità.
“Tematiche come queste – ha aggiunto il sindaco Biavati – sono spesso sottovalutate dalle stesse Istituzioni e ignorate dai media. In Italia si parla spesso di prevenzione, ma poi di solito se ne fa poca, anche perché politicamente non paga e in termini di ritorno d’immagine si preferisce intervenire nella fase dell’emergenza. Paradossalmente, mi rendo conto che a un occhio distratto una conferenza per presentare l’asfaltatura di cinquecento metri di strada potrebbe sembrare più
rilevante di un simile intervento, che prevede opere per svariati milioni di euro.
Eppure è compito degli amministratori responsabili gestire il territorio insieme, in modo strategico e sistematico. L’intervento che stiamo realizzando è appunto un esempio di questo modo di operare. Forse non porta un grande ritorno d’immagine, ma sicuramente porterà grandi vantaggi per il nostro territorio, che è l’unico vero fine del nostro operare”.
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