TORINO – Spunta un terzo consigliere regionale tra quelli che hanno preso il “bonus”: Diego Sarno

“È stato un errore di sottovalutazione”

TORINO – Dopo Claudio Leone e Matteo Gagliasso, entrambi della Lega, spunta un terzo consigliere della Regione Piemonte che richiesto e ottenuto il bonus per le partite iva. Si tratta di Diego Sarno, del Pd. Sarno si è autodenunciato in un post su Facebook.

“Sono qui per raccontarvi della questione 600 euro INPS scrive – e di come sono andati i fatti per quanto mi riguarda. Ho deciso di scrivere perché come sanno le persone che mi conoscono, quando sbaglio sono il primo ad ammetterlo, come anche in questo caso. Un errore però di sottovalutazione e non una volontà da “furbetto” a cui ho cercato di rimediare subito, più avanti capirete il perché.
Unica richiesta: leggete fino in fondo.”

TORINO – Spunta un terzo consigliere regionale tra quelli che hanno preso il "bonus": Diego Sarno


“La mia compagna – prosegue – fa questo di lavoro e da sempre gestisce la contabilità riguardante la mia attività professionale.
Durante il lockdown, per provare diverse procedure ha usato la sua partita Iva e anche la mia (avendone due tipologie diverse) così da essere pronta per assolvere senza errori e con una maggiore velocità le molte procedure gestite per i clienti dello studio nel quale lavora.
Quando è uscito il bonus per gli autonomi, come sempre ha usato la mia partita iva per provare la procedura e nella contemporaneità di quelle degli altri clienti ha concluso anche la mia per errore.
Quando me lo ha detto, e qui c’è l’errore di sottovalutazione e poca attenzione, ho lasciato correre dando per scontato che il bonus non mi sarebbe stato concesso vista la mia situazione reddituale.”

“Nelle settimane successive, quando ho visto l’accredito sul mio conto corrente ho cercato una soluzione e non sapendo di poter restituire la somma direttamente ad INPS, ho effettuato un bonifico pari all’importo ricevuto delle due tranche da 600 euro come beneficenza per l’emergenza covid. Non ho sentito l’esigenza di raccontarlo prima, ma oggi vista l’onda mediatica e avendo un ruolo pubblico sento il bisogno di raccontarlo per trasparenza e onestà intellettuale. Da sempre ho un’attività legata al mondo della comunicazione che è la mia principale occupazione che una volta terminata l’esperienza politica continuerà a sostenere me e la mia famiglia.
Prova del fatto che non sono nella categoria dei “furbetti” è la non richiesta (pur avendo i requisiti e potendola ottenere) della tranche dei 1000 euro visto che il fatturato della mia attività era sceso di oltre il 33% rispetto al periodo precedente. Non ho pensato neanche per un secondo di chiederli e infatti non l’ho fatto.”

“Per concludere mi scuso per la sottovalutazione e la non attenzione in quel periodo difficile per tutti ma spero di aver con efficacia raccontato come sono andate le cose.
Ultima nota: so già che nei commenti (potrei eliminare la possibilità ma non l’ho mai fatto e non lo farò oggi) si scatenerà il classico odio in rete e per questo non risponderò agli insulti che probabilmente arriveranno.”

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