TORINO – Simpatica iniziativa quella messa in campo dal Museo Egizio di Torino.
Una ricerca interessante dal punto di vista storico, ma soprattutto che tende a sdrammatizzare questo periodo pesante, dovuto al Coronavirus: studiare i geroglifici per capire come si salutavano.
Metodi alternativi in questo periodo dove la raccomandazione è “evitare contatti fisici”.
Sui social, il Mueso, scrive: “E’
difficile riscoprire come ci si salutasse al tempo dei faraoni…ma
i geroglifici possono aiutarci in questi giorni in cui
dobbiamo trovare nuova modalità di “contatto”!
Alcuni segni,
che determinano parole e verbi, raffigurano gesti che usiamo ancora
oggi.”
Ed ecco che l’uomo inginocchiato con le braccia alzate davanti a sé e i palmi aperti verso l’altra persona, significa adorazione, accompagnato dalla parola “dwA”, mentre con un solo ginocchio a terra e le braccia alzate lateralmente con la mani parallele alle orecchie, si abbina alla parola “HeH” , nome di una divinità che personificava l’infinito, il che può significare “tantissimo”.
Senza dubbio un’iniziativa singolare che può solo far sorridere, in questo periodo di preoccupazione.
