Pochi giorni fa mi è capitato di incontrare dei miei amici al bar e fare due parole con loro, i quali, per motivi personali dettati dalla loro storia personale hanno deciso di non continuare gli studi e intraprendere una carriera lavorativa come operai in fabbrica.
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Mi sono confrontato con loro per poter capire qual’ è la situazione degli operai in Canavese e quali siano stati i miglioramenti e i peggioramenti per questa classe operaia.
Durante la Prima Repubblica, i sindacati, grazie all’aiuto di partiti di sinistra più concentrati e sensibilizzati su queste tematiche, sono riusciti a far riconoscere molti diritti a questa classe lavorativa, riuscendo ad assicurarla e proteggerla in molti aspetti che non sto ad elencare, per non trasformare questa nuova puntata in una lezione di economia e diritto.
Negli ultimi anni, la politica, in particolare la sinistra italiana, con il solito atteggiamento di sufficienza si è dimenticata di questa classe lavorativa permettendo alle aziende italiane più “furbe” di poter giocare con la necessità di lavorare delle persone e soprattutto dei giovani.
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Tirocini, apprendistati, stage e contratti a breve termine sono gli strumenti utilizzati dalle aziende per potersi permettere di tenere lavoratori giovani a basso costo e per cercare di diminuire spese extra come l’ambitissima Tredicesima di Checco Zalone in “Quo Vado”. È stato questo il caso dei miei due amici, i quali aspettavano con ansia di riscoprire il destino e il futuro del loro contratto, interrotto pochi giorni prima di Natale, lasciandoli nella totale precarietà e non permettendogli di fare progetti a lungo termine come un finanziamento per la macchina o l’affitto di una casa. La precarietà lavorativa è, infatti, uno dei molteplici fattori che hanno inciso sulla stagnazione economica del nostro paese, non permettendo a migliaia di giovani di fare investimenti importanti per il loro futuro e salutari per l’ economia italiana.
Sento spesso dire ai “grandi” che noi giovani siamo dei mammoni e che un po’ di leva militare ci avrebbe fatto bene, ma è solo colpa nostra se non riusciamo ad avere subito un’indipendenza economica o è anche in parte colpa del sistema degli interessi italiano che, tassando eccessivamente le aziende, non riesce a trovare un equilibrio definitivo tra datori di lavoro e lavoratori??? Voi cosa ne pensate?
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