SCUOLA – Venerdì 23 febbraio sciopero nazionale proclamato da USB Scuola.
“Uno sciopero significativo, – afferma il sindacato – una opportunità che i docenti e il personale ATA non possono che cogliere per continuare a porre con forza i temi del lavoro pubblico, dei carichi di lavoro, della precarizzazione. Il ridicolo aumento salariale contrattato per la scuola da Cgil Cisl e Uil, al quale si aggiunge la firma del contratto delle funzioni centrali da parte della Cisal e dello Snals, è solo una inutile marchetta preelettorale.”
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“I lavoratori – prosegue l’Unione Sindacale di Base – hanno assistito con questo rinnovo contrattuale alla debolezza di una rappresentanza sindacale vecchia e ormai logora di complicità con i vari governi, prona alla svendita dei diritti di tutti, completamente inerme e incapace di organizzare la benché minima forma di resistenza e freno all’attacco che i docenti e il personale ATA subiscono quotidianamente: dalle vicende di cronaca, che dimostrano quanto la scuola-azienda sia fallimentare nello smantellamento delle relazioni con l’utenza, all’insipienza di un ministro dell’istruzione che finge di non vedere il pubblico dissenso.
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“USB Scuola ha proclamato lo sciopero del 23 febbraio, lo ha mantenuto contro la firma di un contratto indecente perché occorre ritrovare dignità e coscienza di classe per rispondere duramente: al disprezzo manifestato da chi emana decreti d’urgenza per missioni militari in Niger, ma si dichiara impossibilitato a decretare d’urgenza per tutti i maestri e le maestre; al disprezzo di un ridicolo aumento salariale che lascia centinaia delle nostre ore di lavoro di docenti e ATA sommerse e non riconosciute né economicamente né di fronte alla pubblica opinione; al disprezzo verso la futura classe docente che dopo il superamento di un pubblico concorso si ritroverà nuovamente precarizzata dal percorso Fit, una sorta di nuovo Jobs act applicato al pubblico impiego.”
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“Venerdì 23 febbraio alle 9 – concludono – saremo davanti al MIUR insieme al sindacalismo alternativo e conflittuale per dire basta a tutto questo, per aprire una nuova stagione di lotte per un salario dignitoso, per la dignità professionale da riconquistare e per ridare centralità ai diritti nella scuola dei presidi-sceriffo.”
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