TRASPORTI – Cresce la protesta dei lavoratori GTT.
Nella giornata di lunedì 9 gennaio previsto uno sciopero di 4 ore del settore trasporti indetto dalle Rsu settore movimento del TPL URBANO. Lo sciopero riguarderà esclusivamente il servizio urbano e suburbano di superficie, e non sarà garantito dalle 18 alle 22. Sarà assicurato il completamento delle corse in partenza entro l’orario di inizio dello sciopero, che non interesserà la metropolitana (che sarà regolarmente in servizio per tutta le giornata), né la ferrovia.
Lo sciopero dei trasporti generale, della durata di 24 ore, è invece previsto per lunedì 23 gennaio (sempre con il rispetto delle fasce orarie garantite) e interesserà tutto il personale Gtt che si riunirà in presidio sotto al Municipio di Torino, a partire dalle 10.
Le motivazioni degli scioperi vanno a ricercarsi nella qualità di vita e lavoro di chi guida.
Sono loro i primi a lamentarsi dell’efficienza dei mezzi, che mostrano sempre più problemi dal punto di vista del comfort, dell’affidabilità e della sicurezza.
“Le officine – spiegano Faisa-cisal, Ugl FnAutoferrotranvieri e Fast-Confsal – vedono sempre più ditte private e sempre meno operai al lavoro sui mezzi, e per uno strano destino, i soldi che mancano per i ricambi ricompaiono magicamente quando si tratta di esternalizzare. Interi settori continuano a vivere nell’incertezza, abbandonati a se stessi. In un quadro ormai insostenibile, Gtt non vuole assumere nonostante abbia sottoscritto accordi a riguardo, e, se da un lato si nasconde dietro una formale e rigida interpretazione del decreto Madia, dall’altro si prepara a “regalare” ai privati un intero stabilimento, ovviamente spostando come pacchi i lavoratori al suo interno. Inanto nessuno vuole far chiarezza sui disallineamenti di bilancio e si mormora che il conto verrà presentato ai lavoratori.”
Dopo le continue motivate lamentele dei pendolari, ecco che spunta la situazione com’è per i lavoratori di Gtt. Certamente non rosea. Nella loro protesta chiedono condizioni di lavoro degne sia sul piano delle strutture sia su quello della qualità della vita, come i tempi di percorrenza (che andrebbero anche a favore dei pendolari!) o la gestione delle ferie “evitando le varie forme di clientelismo”, oltre ad avere un giusto riconoscimento economico “visti i risparmi effettuati sulla pelle di chi lavora”.
I lavoratori denunciano una situazione inefficiente, poco trasparente e costosa, e non vogliono pagarne il prezzo.
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